Tornare a casa dopo un viaggio: immaginazione e realtà

tornare a casa

Quasi un anno fa siamo partiti per quello che avevamo noi stesso definito un “viaggio solo andata“. Inizialmente, quando abbiamo annunciato questo nome, amici e familiari ci hanno risposto con sguardi a dir poco preoccupati: ma come? Non avevamo più intenzione di tornare?

 

In realtà, non è questo il motivo del nome. Per noi un viaggio solo andata significava viaggiare liberi, senza date di ritorno, senza costrizioni o aspettative. Ma non abbiamo mai pensato di non tornare più, solo di lasciare che fosse il viaggio stesso a dettare quando sarebbe stato il momento giusto.

 

E così, a Natale, il viaggio ha risposto: è ora.

Era ora per tanti motivi, ma soprattutto perché entrambi avevamo lasciato a casa la famiglia in condizioni di bisogno, e se c’è un momento giusto per pensare agli altri e per riunirsi ai propri cari, quello è il Natale.

 

Tornare è stato un trauma ancora prima di rimettere piede a casa. Solo il pensiero bastava a confonderci e lasciarci con emozioni contrastanti. Nelle ultime settimane, in Tailandia, passavamo da momenti di pura euforia all’idea di riabbracciare chi amavamo, di mangiare una pizza, di fare una doccia calda come si deve, di riconoscere i cibi e i marchi al supermercato. Sostituiti velocemente da altri di tristezza profondissima all’idea di tornare al freddo dell’inverno italiano, ansia per il futuro, per la fine di un viaggio che ha significato tantissimo per entrambi.

 

Tra ciò che ci siamo immaginati sarebbe accaduto, e ciò che è invece accaduto veramente, però, c’è stato un abisso.

tornare a casa felicità

Rivedere amici e parenti: immaginazione e…realtà.

Visto che il nostro ritorno è stato deciso con poche settimane di anticipo, abbiamo deciso di dirlo a pochi selezionati complici e di fare una sorpresa a tutte le altre persone. Ci eravamo aspettati urla, abbracci, pianti. E, be’…qui la realtà ha superato le aspettative di gran lunga.

 

Urla, baci e pianti sono stati il minimo sindacale. Lunghissimi abbracci e chiacchierate, toccate del braccio per assicurarsi che non fosse un sogno,e altre dimostrazioni di affetto simili non sono mancate, ed è stato bellissimo, anche più di quanto potessimo immaginarci.

 

Mentre si è via, sembra di perdersi dei pezzi di vita dei propri cari, di mancare a eventi fondamentali che comprometteranno il vostro rapporto per sempre. Invece ci si rende per fortuna conto che non è così: basta un momento per tornare a chiacchierare come prima, a sentirsi come se non si fosse mai partiti.

 

Anzi, è proprio questo il punto…è quasi strano. Sembra di essersi immaginati tutto: il viaggio, le avventure, le storie…

”Ah, ma non ero qui quando questo è successo? Eppure, mi sembrava”. Questa è la sensazione dopo solo pochi giorni. Sembra che la realtà sia sempre stata questa, e che il viaggio non sia stato altro che un sogno molto realistico, un film che abbiamo visto centinaia di volte fino a confonderne le scene con la realtà.

 

Tornare alle proprie abitudini è come andare in vacanza

D’improvviso si ricominciano a fare tutte quelle cose che si facevano prima, quei gesti automatici con cui siamo cresciuti. La cena al solito posto, il caffè la mattina, la pizza al ristorante, la birra con gli amici. Tutto è identico, tutto è rimasto immutato. Ed è bellissimo ricominciare a vivere queste cose, perché le si rivaluta totalmente, ne si apprezza il piacere come si farebbe quando si stacca dalla propria vita quotidiana per andare in vacanza.

 

Chi dice che tornare a casa dopo in viaggio è terribile, forse non aveva una vita di cui essere felice anche prima. Tornare a casa è bello. È vero, sei cambiato, e hai la sensazione che tutto quello che ti circonda sia rimasto immutato…Ma questo fa bene, è naturale, è rincuorante. Dopo mesi in cui tutto si muoveva troppo velocemente, incluso noi, è un tale piacere sperimentare questa lentezza nuovamente!

 

Con in più la capacità di distacco e di apprezzamento delle piccole cose, che il viaggio non può non insegnare.

casa viaggio

Ma…c’è un ma.

Detto così sembra bellissimo, no? E in effetti lo è. È bello sentirsi a casa, è bello tornare alla routine, è bello apprezzare le piccole cose. Ma è anche terrificante. Tornare a casa significa anche affrontare l’ansia di cosa fare dopo. E questo non è altrettanto facile e piacevole.

 

Chi parte per un viaggio come il nostro non lo fa alla leggera: ci pensa per anni e lo programma per mesi. Metà di una vita può risolversi intorno a questo sogno, tra la sua ideazione e la sua realizzazione. E una volta che si torna a casa…cosa si è? A cosa ambire? Cosa sognare? Niente è più sconsolato di un uomo senza una meta. E dopo una cosa del genere, qualsiasi altra sembra una scampagnata.

 

Ancora peggio, la paura del futuro. Se il rimpianto del passato, del viaggio che ha realizzato il nostro grande sogno, può essere pericolosa, il vero rischio è l’ansia per ciò che verrà. Dopo che si torna da un viaggio del genere, c’è una sola cosa che non si riesce proprio a fare: tornare a vivere nel modo in cui si viveva prima.

 

Le cose imparate, il senso di destino che si riesce a percepire in un’esperienza del genere, non ha eguali. E non si può accettare che tutto ciò sia stato solo una lunga vacanza. Bisogna sforzarsi di non ricadere nei comportamenti che ti rendevano infelice prima di partire: il lavoro in ufficio? Una relazione complicata? Un rapporto conflittuale con tua madre? Qualunque cosa fosse, non puoi permettere che le cose tornino come prima. Lo devi fare per amore del tuo viaggio.

 

Ed è così che ce ne stiamo qui, sul bordo di questo momento, in bilico tra passato e futuro. Da una parte ci manca il viaggio, quella sensazione magica di svegliarti ogni giorno in un posto diverso, di avere davanti tutte le possibilità della vita. Dall’altra, dobbiamo combattere per non ricadere in quei comportamenti che ci hanno condotti a voler trovare un’altra strada. E lo stiamo facendo con tutte le nostre forze, cercando di continuare a inseguire quel sogno di lavoro libero e di nomadismo digitale che abbiamo iniziato a rendere realtà in viaggio.

 

È un confine difficile da non attraversare, ma se tutti questi mesi di viaggio ci hanno insegnato una cosa, è che possiamo fare qualunque cosa se lo vogliamo veramente.

 

Cosa ne pensi? Ti sei mai trovato in una situazione simile? Raccontacelo nei commenti, facci sentire meno soli 🙂

 

Un abbraccio,

Ilaria e Marco

Last Updated on Febbraio 15, 2018 by Ilaria Cazziol

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4 Comments

  1. says: Nicoletta

    Ho seguito un po’ il vostro viaggio, e sinceramente mi ero chiesta come sarebbe stato il ritorno dopo un’avventura di questo genere… non mi sono mai trovata in una situazione simile, anzi diciamocelo sinceramente, non molte persone possono dire di aver affrontato questa situazione! Al massimo io sono rimasta un mese in viaggio, ed è stato già abbastanza sconvolgente tornare alla normalità dopo un periodo così breve; quindi ho letto tutto d’un fiato l’articolo! Ora vi auguro ora di trovare un nuovo equilibrio di vita che valorizzi la vostra esperienza e che vi risulti.. sopprtabile!!! Vi seguo!

  2. Eh sì, hai ragione, non è una situazione proprio usuale! 😀 adesso sarà il tempo a dirci se e come riusciremo a rientrare nella nostra vecchia vita, o in quella nuova, dipende dai punti di vista 🙂
    Grazie mille per le tue belle parole, sei sempre gentilissima! Un abbraccio

  3. says: Aa

    Sono stata due mesi in kenya favendo volontariato e sono tornata una settimana fa. Mi sento nello stesso identico modo e questo mi sta distruggendo psicologicamente. Come avete fatto?

    1. Hai tutto il nostro appoggio emotivo <3 possiamo dirti che migliora con il tempo, rientrare nella propria vita precedente è più facile di quanto sembri, bisogna solo trovare delle motivazioni e delle nuove aspirazioni 🙂 cos'è che ti pesa di più?

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