Ciao Stefano! Per cominciare, come ti definisci: un dentista con la passione per le foto o un travel photographer con la passione per i denti?
Ciao! Entrambe in momenti diversi, direi. Ho smesso di fare il dentista ormai 2 anni fa, è una fase della mia vita a cui sono molto grato, specialmente perché mi ha dato gli strumenti per sviluppare ciò che sono oggi e per provare a realizzare i miei sogni.
Così inizia la mia chiacchierata virtuale con Stefano, che mentre ci scriviamo si trova in India a celebrare l’Holi Festival, imbrattato di colore dai piedi alla punta della fotocamera.
Un ragazzo davvero simpatico, che dopo gli studi inizia una brillante carriera da dentista, durante la quale si concede viaggi appena può, con particolare affetto per il Nord Europa.
E’ qui che nel 2012 vede per la prima volta l’aurora boreale e ne rimane estasiato, tanto da decidere di trasformare la sua passione per viaggi e foto nella sua futura professione.
In questa alternanza tra viaggi e lavoro, nel 2013 parte da Torino e raggiunge Capo Nord in macchina, avventura dalla quale nascerà un video di inaspettata popolarità, che premia il modo di esporre di Stefano, genuino e molto coinvolgente.
Grazie a questo ed ai consigli degli amici decide di aprire un sito internet e una pagina Facebook per raccontare storie di viaggio attraverso le sue stesse fotografie. La sua popolarità aumenta e gli permette di iniziare a guidare viaggi fotografici alla ricerca dell’aurora boreale, che rimane uno dei suoi soggetti preferiti.
Nel 2015 ancora un viaggio con base di partenza Torino, questa volta direzione Pechino, ovviamente sul treno della Transiberiana che ben conosciamo, insieme al suo fidato amico John.
Ma la routine ormai ben consolidata di denti da medicare e fotografi da accompagnare viene stravolta nel 2016. La vita lavorativa e sentimentale prendono una brutta piega, mentre dall’altro canto avviene l’incontro che lo segna per sempre, l’incontro con Paramahmsa Sri Swami Vishwananda, il suo Maestro spirituale.
Da questo periodo buio riemerge così uno Stefano che prende definitivamente la decisione di dedicare la sua vita ai viaggi, abbandonando via via la professione in studio.
Nel frattempo si sposa con una cantante russa e si trasferisce a vivere, sempre tra un viaggio e l’altro, a Mosca. Ed è proprio qui che nasce una delle sue rubriche più seguite: i Moscow Diaries, nella quale un giovane piemontese ci porta alla scoperta della Russia, con il suo stile divertente ma mai banale.
Stefano ora si dedica completamente all’attività di travel photographer: ha finalmente coronato il suo sogno di poter immortalare, come la definisce lui, la bellezza infinita della natura nei suoi scatti.
Ecco che te l’ho presentato, ora puoi leggere le 4 chiacchiere che abbiamo fatto insieme, nelle quali è riuscito in diversi momenti a sorprendermi con le sue parole: è stata un’intervista davvero entusiasmante!
Se arriverai in fondo potrai anche scoprire come si guadagna da vivere il nostro amico. 😉
Una chiacchierata con Stefano
In un video dici che avresti amato essere un dentista o una rockstar, ma ti sei ritrovato a fare il travel photographer; pensi sia più soddisfacente delle altre tue due grandi passioni? Pensi che in fondo questa passione per i viaggi fosse innata o l’hai scoperta strada facendo?
Tutti scopriamo ciò che realmente conta nella vita strada facendo. Le cose più importanti non le scegliamo, capitano e basta. Non puoi scegliere di innamorarti di qualcosa, ma quando succede puoi scegliere di seguire quel sentimento per vedere dove ti porta, oppure far finta di niente. Personalmente non ho mai visto nulla di interessante in questa seconda ipotesi.
Hai fatto il dentista per diversi anni, ma cosa ti ha spinto a cambiare? Quanti anni avevi? Pensi che sia possibile dopo aver iniziato un percorso di vita, decidere di cambiarlo totalmente, anche dopo averci speso tempo e denaro? La tua famiglia come l’ha presa?
Questa è una domanda a cui rispondere velocemente è abbastanza un delitto, ma ci proverò. In estrema sintesi, arrivò un punto della mia vita in cui mi ero reso conto che potevo dare molto di più alle altre persone in veste di fotografo/viaggiatore/videomaker che non con un camice addosso.
Il punto è trasformare integralmente il punto di vista sulla vita: invece di pensare a cosa possiamo ottenere, dobbiamo pensare a cosa possiamo dare: questa è, senza se e senza ma, la ricetta per la felicità, ossia sostituire l’ ‘Io’ con gli altri, in armonia con le nostre vocazioni, che ovviamente sono innate (e ci sarà un motivo se lo sono!).
Naturalmente non è stata una decisione impulsiva, ma maturata nel corso di almeno 1 anno e mezzo a cavallo tra i 30 e i 32 anni. Oggi ho le prove che avevo ragione, e che soprattutto ce l’avevano le persone che hanno creduto in me nel momento in cui i miei dubbi erano molto forti, proprio per via dei condizionamenti sociali a cui ti riferisci (lasciare lavoro sicuro, bla bla bla).
I miei genitori sono stati logicamente preoccupati per un certo periodo, ma in maniera direi trascurabile. Sapevano che sapevo ciò che facevo e che facevo ogni passo “con la testa sul collo” e con l’umiltà giusta per fare un passo indietro laddove mi fossi accorto di fare uno sbaglio. Ad oggi, sono molto felici di ciò che faccio.
Infine, mi chiedi se è possibile “lasciar la strada vecchia per la nuova”….non sono né il primo né l’ultimo a farlo. E’ banale risponderti che se in tanti l’hanno fatto è logico dedurre che sia possibile? 🙂
Pensi mai che tornerai a fare il dentista?
Ancora con ‘sti denti? Un po’ di fantasia! :-))
In questo momento lo escludo, nel momento in cui una fase si conclude è molto difficile che si riapra, ma nella vita può sempre succedere di tutto. La vita è come la medicina: il sempre e il mai non esistono.
In tutto questo è probabile che c’entri l’entrata in contatto con la tua guida spirituale. Ne parli anche in un video nel quale suggerisci ad ognuno di trovare la sua; ma tu l’hai trovata per caso, come può una persona spersa trovarne una? E soprattutto, come fai a capire che è quella giusta?
E’ impossibile da spiegare, i meccanismi sono gli stessi che regolano l’innamoramento.
Chi è in grado di spiegare come mai tra milioni di persone finiamo per innamorarci di una in particolare, allora sa anche spiegare in che modo un discepolo riconosce il proprio Maestro e gli affida la propria crescita.
Io condivido la mia esperienza in merito con chiunque me lo chieda, ma sono pienamente consapevole che ben pochi avranno il mio stesso vissuto in merito. Ad oggi, di fatto, non è ancora successo.
Il che è singolare perché nel momento in cui in centinaia mi chiedono, come te, decine di volte la stessa domanda su “come hai fatto a cambiare la tua vita”, e io rispondo sempre che nulla sarebbe stato possibile senza il mio percorso spirituale guidato dal mio Maestro, all’improvviso tutti diventano sordi.
Il che è ben visibile nella dinamica della tua intervista, dove mi fai 4 domande su un problema, ma 1 sola sulla soluzione che ho più volte inequivocabilmente indicato nei video a cui fai riferimento.
Dici “è probabile che c’entri”, quando ho più volte detto che è il motivo principale.
Questo purtroppo è un grave problema dei giorni nostri: siamo tutti troppo spesso concentrati sui problemi e non sulle soluzioni, anche quando queste sono sotto gli occhi di tutti. Siamo innamorati del dramma, e non della gioia.
Tutti aspettiamo che le cose cambino per poterci definire felici, senza renderci conto che bisogna prima essere felici per far sì che le cose cambino.
Quando giri il mondo (nel 2018 111 voli, fanno uno ogni 3 giorni circa) non ti senti stufo (o penseri mai di stufarti di questo lavoro o magari provare nostalgia del tuo Piemonte e Orbassano?)
E’ in effetti un rischio molto consistente, e di fatto è il banco di prova principale di una scelta di vita come la mia: quanto ne sei davvero innamorato? Quanto sei disposto a sacrificare per seguire ciò in cui credi, e in ultima analisi….quanto ci credi? Sono le risposte a queste domande a determinare la risposta alla tua.
Ad oggi non solo non sono stufo, ma sono più entusiasta che all’inizio. Chiaramente ogni tanto mi capita di pensare che in futuro forse vorrò viaggiare con meno frequenza e continuare su questa strada in maniera leggermente diversa da ciò che faccio oggi. In questo un luogo vale l’altro, che sia a Mosca o a Orbassano sarà la vita a farmelo capire.
Consiglieresti la tua professione ad un giovane esordiente? Cosa non deve mancare in lui affinché possa avere successo? Qual è il primo passo da fare?
In parte ho involontariamente già risposto, ma è così importante da meritare una ripetizione: molta gente mi scrive “ah come vorrei fare ciò che fai tu”, ma sono pronto a scommettere che appena un generosissimo 5% di questi avrebbero la forza interiore di sostenere i ritmi a cui fai riferimento anche tu, e soprattutto lo sradicamento che tende a creare un certo stile di vita.
La chiave di tutto non è la passione, come spesso si sente dire in una narrazione tanto romantica quanto pericolosa su questi argomenti: la chiave è la missione.
Una passione è qualcosa che piace a te perché fa bene a te stesso. Una missione è qualcosa che piace a te perché fa bene agli altri. A un giovane consiglierei di trovare ciò che ama e di coltivarlo con ogni sua forza, ma soprattutto di coltivare ciò che porta le persone intorno a lui a dirgli “grazie” e non “bravo”. Quella è la chiave di tutto.
Tu ti sei avviato in questa professione ben prima di lasciare un lavoro ‘tradizionale’, pensi che sia la strada migliore per evitare di bruciarsi (immagino che i primi tempi non sia facile)?
Ognuno ha la sua storia, a naso direi che i percorsi graduali sono sempre i migliori in qualunque campo, ma ci sono anche storie che dicono l’esatto opposto…impossibile farne una legge. L’importante è avere sempre un certo grado di centratura e di consapevolezza di ciò che stai facendo, in qualunque campo, non solo nel mio. Il resto si muove poi in maniera spontanea e naturale.
Ed ora qualche domanda meno seria..
Nel tuo cuore circola ormai solo più Vodka o scorrono ancora Bicerin e San Simone con la bagna càuda?
Nessuno dei due, non solo perché sono praticamente astemio, ma perché appunto non ho una vera e propria “fissa dimora”, e non ho il tempo fisico per identificarmi in nessuna delle mille culture con cui entro in contatto, inclusa quella russa. Pistola alla tempia, comunque, direi che le origini non possono essere rimpiazzate, e il piacere intimo di una buona pizza non potrà mai essere sostituito 🙂
Qual è il tuo colore preferito?
Il Verde. Il perché non mi è dato saperlo, è così da sempre. Forse perché in qualche modo mi ricorda la natura, i boschi, non saprei.
Quali sono i tuoi piatti preferiti (russo vs italiano vs resto del mondo)
Pizza über alles, e non si discute. Vado poi matto per la cucina vegetariana indiana, cinese e del sud est asiatico. Della Russia, amo il modo in cui cucinano le patate e i funghi, non ricordo di averne mangiati di così buoni da nessun’altra parte del mondo.
Qual è la tua canzone preferita?
Domanda difficile per un ex musicista, ma forse forse direi “Hungry Heart” di Springsteen per l’enorme significato che ha avuto nello sviluppo della fase di vita in cui mi trovo adesso.
Come ci si trova a essere sposati con una persona famosa (per esempio nei video mostri che alcune volte ti fermano a fare una foto perché sei il marito di Sati), senza essere abituati a tutto ciò?
Beh all’inizio era particolarmente divertente, era una cosa nuova e non vedevo l’ora di seguire Sati in tutte quelle situazioni da “star” per vedere come funzionassero dall’interno, red carpet, tv, radio, servizi fotografici, e cose così.
Trovarsi dal nulla sulle copertine dei giornali scandalistici, obiettivamente era divertente, mi faceva molto ridere, specialmente perché non ci davo importanza.
Ad ogni modo ci si abitua abbastanza in fretta, e dopo un po’ diventa normale. Oggi preferisco stare in casa a montare un nuovo video che non andare a farmi chiedere da qualche giornalista affamato di scoop ridicoli quando la metterò incinta o se siano meglio le donne italiane o le russe (non scherzo, me lo chiedono sul serio).
Dopo questa intervista, ci fai lo sconto su uno dei tuoi viaggi?
Ah beh su quello non devi chiedere a me, ma ai tour operator che si avvalgono della mia consulenza, ma puoi star certo che in uno qualunque dei miei viaggi, la prima birra te la offro io 🙂
Ma come si guadagna da vivere un travel photographer?
Per chiudere, nel caso anche tu fossi interessato a saperne di più, eccoti alcuni spunti sulle entrate di Stefano, che lui riprende in un video sul suo canale.
Per avere invece qualche consiglio tecnico su questa professione, potresti leggere questo articolo.
Inizio sottolineando come sui social le sue pagine riscuotano grande successo, con foto e didascalie davvero entusiasmanti, e questo è sicuramente un buon punto di partenza per quanto scritto dopo, perché per prima cosa bisogna che la gente sappia cosa hai da offrire.
La sua specialità è accompagnare viaggiatori in tour fotografici, fornendo consulenza durante gli appostamenti e durante la post produzione di alcune foto. E’ quindi logico come questa sia la sua maggiore fonte di sostentamento e principale motivo dei giri qua e là per il mondo.
Sempre in questo ambito, essendo Stefano un fotografo a tutti gli effetti, un’altra grande fetta deriva dai corsi di fotografia che tiene in Italia, quando non è preso nella sua occupazione numero uno.
La restante parte si suddivide in fette discretamente piccole, ma numerose, come l’e-commerce di foto e calendari, sponsorizzazioni, progetti con clienti esterni.
Alcune, per esempio la parte derivante dalle visualizzazioni su Youtube, sono molto aleatorie ed è per questo che in una professione del genere è consigliabile differenziare i propri profitti.
E così arrivo alla fine di questo articolo. Personalmente reputo Stefano una grande persona e lo ammiro per come abbia saputo percorrere la strada verso la sua felicità, iniziando il suo viaggio solo andata in uno studio dentistico; e tu cosa ne pensi?
P.S.: se il tuo viaggio l’hai già iniziato perché non ce lo fai sapere? Il protagonista del prossimo racconto e fonte di ispirazione per i nuovi viaggiatori sarai tu! 🙂
Un abbraccio,
Last Updated on Aprile 6, 2023 by Ilaria Cazziol