Girare il mondo in bici pieghevole – la storia di Vieri – Podcast

6 mesi di viaggio in sud est asiatico 3

Nel podcast da cui è estratto questo articolo parliamo con Vieri Cammelli, uno dei tanti pazzi che girano il mondo nei modi più strani, ma lui è un po’ particolare perché lo ha fatto…in bicicletta! Anzi, per la precisione è riuscito a girare il mondo in bici pieghevole.

Inizia a leggere la sua intervista qui, ma non perderti tutti i dettagli di cui ci ha parlato a voce nel podcast.

Girare il mondo in bici pieghevole: raccontaci il tuo viaggio, Vieri!


Io non mi considero un autentico cicloviaggiatore perché ho utilizzato una bici pieghevole, nel senso che non ho fatto tutta la strada in bici ma a volte la mettevo via e prendevo un bus o un treno. La mia unica regola era non utilizzare aerei. Ridendo e scherzando sono stato via 18 mesi, dal giugno 2016. Sono stato 3 mesi in Europa, passando per i Balcani e partendo da Milano. La Russia l’ho attraversata praticamente tutta in treno percorrendo la mitica transmongolica (già è lunga così!) , poi Mongolia e Cina, Laos, il resto del Sud-Est Asiatico. Dopo essere rientrato in Italia per qualche mese sono tornato in Cina (volando), e sono tornato in Italia seguendo la Via della Seta, così da “chiudere” il viaggio in bici. Al momento mi trovo a Kos a lavorare, ho lasciato la bici a Istanbul da amici e mi sono fermato per un po’. Sentivo il bisogno di ricominciare anche a lavorare, non volevo perdere il contatto con la realtà!

Cosa facevi prima?

Io ho avuto una vita super normale. Ho 34 anni, ho lavorato tanti anni per MSC Crociere, il classico lavoro sicuro e stabile. A 32, dopo alcune vicissitudini personali e tanta insoddisfazione, ho deciso di lasciare quel lavoro e mi sono lanciato su altro. Mi sono trovato però in una “caduta libera”, ho deciso di fare un viaggio alle Cicladi in bici (da qui il nome del blog) e mi è piaciuto talmente che non ho più voluto fermarmi. Avevo le condizioni giuste, non avevo grossi limiti, un po’ di soldi da parte e via…alla fine l’ho fatto!

Quanto ci hai messo a organizzare il viaggio?

Era un’idea che avevo da tanto, continuavo a cambiare idea sulla destinazione, ma l’Asia era il mio pallino da tanti anni. Diciamo che il grosso è stata l’attesa per il clima giusto, volevo iniziare con l’estate ovviamente, e avevo deciso intorno a gennaio.

E perché la scelta di girare il mondo in bici pieghevole?

Lavorando per tanti anni nel turismo ho avuto contatti con diversi tour operator e agenzie, e con una di queste avevamo pensato di lanciare un turismo alternativo basato sulle biciclette pieghevoli, sponsorizzato dalla Brompton. All’epoca non ne sapevo nulla, ma mi è sembrato interessante e ho preso la palla al balzo. La trovai un’idea meravigliosa, e da lì non ho più smesso!

Hai dovuto attrezzare la bici pieghevole per girare il mondo?

No, in realtà sono partito abbastanza allo sbaraglio, anche senza visti, senza chiedere sponsor o simili, anche perché non sapevo dove volevo arrivare. Ho portato con me qualche pezzo di ricambio ma in realtà nulla che non fosse essenziale. La bici pesa 12 chili, il mio zaino intorno ai 15 (con tenda, sacco a pelo, fornello da campo, etc), e la borsa anteriore datami in dotazione dalla Brompton stessa pesava circa 10 chili (con computer, fotocamera, etc). In realtà sono andato quasi sempre in ostello, l’attrezzatura da campeggio l’ho usata poco, ma le volte in cui l’ho usata sono state esperienze fantastiche.

L’itinerario era definito?

No, sono andato a naso. Avevo l’idea di andare in Sud-est asiatico, passando per la Via della Seta, ma mi sono reso conto che non avevo tutta questa esperienza. Ho deciso quindi di tagliare in treno, e ho cominciato a salire. Ma davvero, non sapevo nemmeno se ci sarei arrivato in Russia! Infatti quando ho cercato di fare il visto russo e sono andato al consolato di Milano, mi hanno riso in faccia perché non avevo idea di quando sarei entrato nel Paese esattamente! L’unica era farlo in un’altra nazione, e infatti ho finito per farlo in Polonia. Sono stato fortunato, sia con visti che con eventuali incidenti/furti non ho mai avuto problemi. Alla fine le informazioni sono tutte accessibili, basta farsi una sim locale appena si entra nel Paese, conoscere quei 4 siti base che servono sempre, e accettare l’imprevisto come parte fondante di questo tipo di viaggio.

E la preparazione fisica?

Ahah! No, nessuna preparazione specifica. Cioè, non sono da buttare, anni fa facevo Triathlon, ma credimi non mi sono particolarmente allenato. È tutta una questione mentale, è quello il difficile.

La storia di Vieri continua nel podcast con la sua intervista!

Gli abbiamo chiesto tantissime cose, tra cui come ha affrontato la solitudine e il distacco, che rischi ha corso nel suo giro del mondo in bici pieghevole, che budget aveva, fino a quale lavoro è riuscito a crearsi dopo il viaggio.

Puoi ascoltarlo qui:

Libri consigliati da Vieri:

Nelle foreste siberiane

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Una abbraccio,

Marco & Ilaria

Last Updated on Luglio 22, 2019 by Marco

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