Come lavorare da un van: guida da nomade digitale al van working

van working
Van working su Vangabondo

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Uno dei motivi principali per cui abbiamo deciso di camperizzare il nostro furgone in modo fai da te, era perché volevamo che Vangabondo fosse non solo una baita su ruote, ma soprattutto un ufficio mobile: volevamo insomma lavorare dal van come nomadi digitali.

Da tanti anni ormai sperimentiamo tutte le modalità possibili per vivere e lavorare ovunque viaggiando: nei nostri viaggi abbiamo lavorato da un treno in corsa lungo la transiberiana, da ostelli e Airbnb in giro per il mondo, da troppi bar e caffè per riuscire a contarli, e molto altro.

Forse stiamo invecchiando, non lo so, ma iniziavamo a sentire il bisogno di una “casa”. Di portarci dietro il nostro mondo, le nostre comodità, le nostre abitudini…e non da ultimo il nostro cane, che non è poco.

E così abbiamo pensato che combinare la vanlife con il remote working potesse essere la soluzione a tutto. E abbiamo camperizzato il nostro ex-Bartolini, Vangabondo.

Sì, hai capito bene, ho trasformato un furgone delle consegne in un camper, ma soprattutto in un ufficio su ruote. E oggi condividerò tutti i consigli che ho raccolto lungo la strada, nel caso anche tu voglia cimentarti in questa avventura.

Il trend della vanlife e come si combina con il nomadismo digitale nel van working

Hai mai sentito parlare del van working?

No, nemmeno io. Eppure c’è, esiste, ed è un trend in crescita.

Il fenomeno del “van working” non è solo una moda, ma un vero e proprio trend in crescita spinto inizialmente dalla pandemia, con un aumento delle immatricolazioni del 7,44% nel 2020 e una vendita dell’usato superiore del 50% rispetto al 2019. I camper, una volta semplici mezzi per le vacanze, sono ora dotati di connettività, prese elettriche e grande autonomia energetica.

I nomadi digitali che scelgono un van come casa e ufficio sono sempre stati tanti, in effetti: l’idea di avere il proprio spazio in cui lavorare, il comfort di una specie di ufficio, ma combinato con una vista sempre nuova dalla finestra…sembra un sogno.

E in effetti lo è, perché l’idea della vanlife con il nomade digitale che lavora sdraiato sul letto, con il portellone posteriore aperto e una vista pazzesca sul mare, è tanto ridicola quanto quella del nomade digitale dall’amaca.

E no, non guardare che in questa foto l’ho fatto – quella sera avevo un mal di testa colossale a causa dei riflessi sullo schermo e della posizione del collo.

nomade digitale amaca
La ricetta del mal di schiena per nomadi digitali

Riuscire a fare van working, ovvero lavorare dal proprio van come nomadi digitali, è più complesso di quanto si possa pensare: serve tanta diligenza ma anche una buona dose di adattabilità e flessibilità. 

Vivendo in un van non puoi avere programmi prestabiliti, è tutto molto fluido: magari hai parcheggiato in un posto bellissimo, ma arriva la polizia a cacciarti. Oppure, nonostante tutte le tue ricerche, ti ritrovi in una location in cui non prende internet. O ancora, finisci l’acqua e devi spostarti per cercare dove riempirla.

Insomma, vanlife = imprevisti, e per il nomade digitale che per essere produttivo ha bisogno di una programmazione accurata e certezze, non è facilissimo.

Però si può fare, e quando ci si riesce lo ammetto – è bellissimo.

È bellissimo arrivare in una location e lavorare con il portellone aperto davanti al mare, magari facendo una pausa ogni tanto con un bagnetto. È bellissimo cucinare e lavorare e dormire a contatto con la natura, senza doverti spostare per andare nei luoghi che ti interessano.

Bisogna attrezzarsi bene, e organizzarsi. 

Dopo aver fatto van working, vivendo la vanlife ma anche lavorando come nomade digitale su Vangabondo per 3 mesi in Grecia, ho imparato una serie di cose che avrei voluto sapere prima di partire.

Quale van scegliere per la vanlife da nomadi digitali?

Vanlife su Vangabondo
La vanlife su Vangabondo dopo il lavoro

Prima di lanciarci in questa avventura, e di entrare nel dettaglio di cosa ho imparato in questi 3 mesi, ci sono alcune cose che dovresti considerare. In particolare: che mezzo scegliere per fare van working?

Be’ scegliere il van giusto è un passo cruciale, anche perché qui non sto parlando solo di una scelta per le vacanze.

Stiamo parlando del tuo futuro ufficio su ruote, dove passerai non solo le notti ma anche le lunghe giornate lavorative.

Quindi, prendiamoci un momento per riflettere su alcuni aspetti chiave:

  1. Dimensioni: Sì, le dimensioni contano! Un van più grande ti darà più spazio per vivere e lavorare, ma potrebbe essere un po’ più impegnativo da guidare e parcheggiare. Un veicolo più piccolo, invece, è agile ma potrebbe farti sentire un po’ stretto. Quindi, pensa al tuo stile di vita quotidiano e scegli la dimensione che si adatta meglio al tuo stile di van working.Noi avevamo una certezza: non volevamo sbattere la testa alzandoci e desideravamo stare “comodi” (per quanto ci si possa riuscire in un van-ufficio). Quindi abbiamo scelto un furgone abbastanza alto da starci in piedi, e abbastanza lungo da farci entrare sia il letto che la scrivania fissa.Molti setup per la camperizzazione infatti ottimizzano lo spazio prevedendo un letto a scomparsa che lascia spazio alla dinette per mangiare e lavorare, ma noi volevamo che il nostro spazio di lavoro fosse sempre disponibile (così come il letto). 
  2. Comfort e Funzionalità: un van non è solo un contenitore; è la tua casa su ruote! Scegliere cosa metterci dentro e a quali livelli di comfort non si può rinunciare è essenziale. Hai bisogno di un bagno o ti accontenti di cercarne uno ogni volta? Il tavolo è abbastanza grande per il tuo laptop? E le sedie, sono comode? Ricorda, l’ergonomia è la chiave, specialmente se passerai molte ore al giorno nel tuo “ufficio mobile”.Noi abbiamo deciso che potevamo sacrificare la doccia (Vangabondo ha solo un doccino solare esterno) ma non il bagno, per esempio. E avremmo avuto bisogno di un tavolo più lungo di come è, così da starci comodamente in due a lavorare, ciascuno con il proprio PC sollevato per essere all’altezza giusta, e tastiera e mouse esterni.Eh sì, i trucchi di cui abbiamo parlato per lavorare da casa come dall’ufficio si applicano anche alla vanlife!
  3. Ottimizzazione dello spazio: Ah, l’arte di creare uno spazio vivibile e lavorabile in pochi metri quadri! Alcuni mezzi moderni hanno soluzioni geniali, come il WC chimico nascosto (noi lo abbiamo fatto su Vangabondo) o i sedili di guida che si trasformano in sedie da lavoro. 

Quello che riuscirai a fare dipende in buona sostanza anche da come decidi di allestire il tuo ufficio mobile, ma soprattutto da quanta libertà avrai nel farlo.

Meglio camperizzazione fai da te o mezzo già camperizzato per lavorare?

Insomma, scegliere il mezzo giusto per il van working non è un gioco da ragazzi, servono tanta riflessione e attenzione ai dettagli per trovare il compagno di viaggio perfetto. Ma la vera differenza la fa come decidi di acquistare il tuo camper: da camperizzare, o già allestito?

Se hai un budget ridotto come noi (sì, avevamo ipotizzato solo 10.000€), la camperizzazione fai da te potrebbe essere la strada da percorrere perché è sicuramente la più economica…ma non credere che riuscirai a stare nel budget, anzi.

Se vuoi sapere quanto abbiamo speso per la camperizzazione fai da te di Vangabondo, leggi questo articolo.

Se decidi di percorrere questa strada, ci vogliono competenze, tempo e un budget flessibile.

Più il tuo budget è basso, più dovrai arrangiarti con un mezzo un po’ meno ergonomico con la camperizzazione fai da te, perché dovrai auto-costruirti tavolo, sedie e tutto il necessario.

Non sarà perfetto, ma sarà molto tuo!

 

 
 
 
 
 
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Se vuoi sapere quella che penso sia la scelta migliore per un nomade digitale, bene eccola: sicuramente farti realizzare un veicolo su misura.

Potresti lavorare fianco a fianco con un allestitore, decidendo insieme come renderlo un perfetto ufficio su ruote, esattamente come lo vuoi tu. Suona fantastico, vero? Eh sì, solo che è sicuramente l’opzione più costosa.

Qualunque cosa tu scelga di fare, il consiglio migliore che posso darti è: prima di decidere, fai dei test. Prova a vivere la vanlife e lavorare da un furgone per un po’, il più a lungo possibile.

Non hai idea di quante cose ti renderai conto solo vivendole e provandole in prima persona.

Potresti pensare che non sia un problema un tavolo basso per lavorare, ma scoprire che dopo 3 ore hai un mal di testa devastante. Oppure che non ti serve un WC, puoi andare in natura…ma che lo stress di doverti cercare un bagno ogni poche ore ti fa perdere un sacco di tempo.

Insomma – devi provare.

Potresti iniziare con il noleggio. Piattaforme come Yescapa ti offrono il noleggio tra privati, cioè l’opportunità di provare veicoli unici e personalizzati senza rompere la banca. Oppure, se preferisci, ci sono agenzie digitali come Roadsurfers che hanno una flotta pronta di veicoli standard, anche se potrebbero essere un po’ meno flessibili.

E se vuoi una via di mezzo tra il permanente e il temporaneo?

Alcune agenzie come Indie Campers offrono il noleggio a lungo termine, con piani mensili o addirittura annuali che potrebbero essere più convenienti.

Bene, è il momento di partire: il PC c’è, il mezzo (qualunque esso sia) anche. E ora cosa manca?

Tutto il resto.

Di cosa hai bisogno per fare van working: tutto quello che avrei voluto sapere per lavorare da remoto in van

1. Come avere sempre internet in van

La connessione Internet affidabile è il cuore pulsante del van working. Prima di avventurarmi sulla strada, avevo ben chiaro che senza una connessione stabile, il mio sogno di lavorare dal van sarebbe potuto crollare come un castello di carte. Ecco perché investire in un hotspot mobile di alta qualità è stato il mio primo passo.

Dimentica l’hotspot del tuo cellulare; è come un bicchiere d’acqua in un deserto, e non parliamo della batteria che consuma! E non pensare nemmeno di affidarti sempre a campeggi e caffetterie con Wi-Fi gratuito. La connessione è la linfa vitale per chi, come me, lavora da remoto, e pianificare bene in questo senso può davvero fare la differenza.

Ho scelto un hotspot mobile con connettività 5G, e ti consiglio di fare lo stesso. Anche se non lo utilizzi, può migliorare la ricezione, e credimi, non è il momento di risparmiare. È l’investimento più saggio che un van worker possa fare.

 

Se, come me, ami sostare e lavorare in luoghi remoti, un amplificatore di segnale potrebbe essere il tuo migliore amico. Queste piccole antenne, che si attaccano al metallo del van con un magnete, possono aumentare la capacità di ricezione dell’hotspot. Ne ho provata una di buona qualità a prezzo contenuto, questa, e la differenza si sente.

 

Come avere internet in viaggio?

Abbiamo scritto un articolo molto approfondito su come avere internet all’estero qui, quindi non entrerò nei dettagli. Ma per utilizzare questi router portatili, ti servirà una SIM.

In Italia, ho utilizzato la SIM del mio cellulare, ma è scomodo quindi meglio comprare una SIM di riserva, facile da ricaricare, e all’estero ho cercato operatori con flessibilità, copertura adeguata e, se possibile, giga illimitati.

Un trucco?

Usa l’app OpenSignal per controllare la copertura del tuo operatore ovunque nel mondo: non è affidabilissima, soprattutto se hai un buon router e le antenne viste sopra, ma ti dà una buona idea di cosa aspettarti in negativo.

Ma, come ho imparato in Grecia, preparati all’imprevisto. Alcuni dei luoghi più affascinanti per la vanlife possono trasformarsi nei peggiori per il van working. Il nomadismo digitale è un equilibrio delicato, un’arte del compromesso tra bisogni contrastanti. Ma con la giusta preparazione, puoi trasformare il tuo van in un ufficio perfetto su ruote.

 

 
 
 
 
 
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2. Costruisci il tuo angolo di lavoro in van ideale

Allestire un angolo di lavoro nel tuo van non è solo una questione di estetica, ma di pura sopravvivenza lavorativa. L’ergonomia è la chiave, soprattutto se, come me, passi ore e ore nel tuo “ufficio ambulante”.

Certo, puoi arrangiarti per un paio di giorni, ma fidati, alla lunga la tua schiena ti manderà segnali di protesta.

Ho scoperto che quei tavolini da campeggio, quelli con le gambe regolabili, sono un toccasana. Si trasformano in una scrivania pieghevole in un batter d’occhio, dandoti uno spazio extra per lavorare all’aperto e, quando hai finito, li ripieghi e via, spazio recuperato!

Purtroppo l’idea di lavorare all’esterno è più romantica che realistica: quante volte mi sono ritrovata a lottare con riflessi sullo schermo, o con mosche e insetti, o con il caldo

Purtroppo non c’è una soluzione perfetta: il consiglio che mi sento di darti è di scegliere una scrivania abbastanza ampia da poter utilizzare un supporto per PC, tastiera e trackpad esterno, perché quello fa una grande differenza se lavori per giorni e giorni di seguito. Non è facile, soprattutto se (come noi) siete in due.

Con questo eviterai grandi dolori alla cervicale per aver tenuto la testa inclinata verso il basso. 

E le sedie ergonomiche nel van? Beh, sono una rarità. Difficile installare una sedia da ufficio con la forma corretta, il massimo a cui puoi ambire è una cassapanca in legno (come noi) o il sedile di guida che si volta. Ma niente paura, con qualche cuscino di supporto lombare, ti garantisco che trasformerai qualsiasi seduta in un trono da ufficio.

 

3. Gestisci l’energia come un pro: il fabbisogno energetico per la vanlife

Se pensi di sostare spesso lontano dai campeggi, preparati a diventare un mago dell’energia.

Perché? Perché dovrai tenere carichi tutti i tuoi dispositivi elettronici, e non è un compito da poco.

La soluzione? Pannelli solari. Io ho optato per quelli fissi sul tetto, ma esistono anche pannelli portatili pieghevoli che puoi posizionare fuori dal van. E non dimenticare delle buone batterie per immagazzinare l’energia quando il sole gioca a nascondino.

 

Un consiglio d’oro: controlla quanto consumano i tuoi dispositivi, come l’alimentatore del PC, lo schermo (se ce l’hai), il frigo, e pianifica di conseguenza. Una buona strategia energetica ti permetterà di lavorare senza interruzioni e ti risparmierà tanto stress, credimi.

4. Coibentazione del van per lavorare da remoto

E poi c’è la questione dell’isolamento termico. Se lavori da remoto, come me, è fondamentale scegliere un mezzo ben coibentato (o coibentarlo alla perfezione).

Immagina il tuo van sotto il sole cocente per ricaricare i pannelli solari, e tu dentro a lavorare. Senza un buon isolamento, diventeresti l’ingrediente principale di una ricetta al forno. E non è proprio l’ideale, te lo assicuro.

Noi abbiamo messo vari strati durante la coibentazione del van: dai pannelli XPS al reflectix, per finire con perline di legno d’abete di 2cm.

Questo ci permette di lavorare non dico freschi, ma nemmeno bolliti, sotto il sole d’agosto se c’è un minimo di aria che gira tra i portelloni aperti.

Con buona pace dei riflessi sullo schermo del PC, ma ti ho già parlato di compromessi giusto?

Vanlife e lavoro remoto
Vanlife e lavoro molto remoto

5. L’arte dell’equilibrio tra lavoro e relax (con un pizzico di flessibilità)

Lavorare da un van è come avere un ufficio con vista mozzafiato, ma non lasciarti ingannare, richiede una disciplina di ferro.

Ogni lavoro da remoto ha le sue sfide, ma in un van, le cose si complicano. Gli spazi sono ristretti, l’ergonomia è un miraggio, e gli imprevisti sono all’ordine del giorno.

Che sia un guasto al motore o un luogo che sembrava perfetto ma si rivela una delusione, devi essere pronto a cambiare programma costantemente.

La chiave è trovare un equilibrio.

Stabilisci un orario di lavoro ben definito per mantenere una routine, ma concediti anche il lusso di goderti la vista panoramica e pianifica delle pause rilassanti. E sì, devi essere flessibile. I piani possono cambiare in un batter d’occhio, e devi essere pronto ad adattarti.

Un piccolo trucco? Pianifica il tuo percorso e cerca location che soddisfino le tue esigenze, come una buona copertura cellulare, un po’ d’ombra, e magari qualcosa da fare nei dintorni per divertirti.

App come Park4Night sono diventate le mie compagne di viaggio inseparabili. Sono un toccasana per i vanlifer, ma ancora di più per i van worker come me, che preferiscono evitare le sorprese e gli imprevisti che la vita sulla strada riserva sempre.

Grazie ai commenti di chi è stato in un posto prima di te saprai tutto, da cosa succede la notte (succedono cose strane nei parcheggi, credimi) a quanto prende bene il telefono!

vanlife di notte
Vanlife di notte

6. Viaggiare e lavorare in van significa muoversi un po’ meno

L’arte di viaggiare con un van e lavorare allo stesso tempo è un gioco di equilibri che richiede un approccio diverso rispetto al classico turista in vacanza.

Mentre chi è in ferie può permettersi di cambiare luogo ogni giorno, seguendo l’istinto e l’avventura, chi deve lavorare ha bisogno di una routine e di una programmazione ben definita.

Non si tratta di correre da un posto all’altro, ma di godersi il privilegio di poter lavorare da dove si vuole, minimizzando gli sbattimenti.

Stare almeno 3-4 giorni nello stesso posto diventa essenziale; altrimenti, finisci per passare tutto il tuo tempo alla guida e non lavorare, o viceversa, lavorare tanto da non avere il tempo di esplorare l’area.

La chiave è trovare il giusto ritmo, concedendoti di immergerti nei luoghi che visiti senza perdere di vista le tue responsabilità lavorative. Non si tratta di vedere tutto, ma di vivere appieno l’esperienza unica di essere un nomade digitale, godendo del bello di lavorare in libertà, senza sacrificare né il lavoro né il piacere del viaggio.

Ci vuole un po’ per entrare in quest’ottica e per diventare veramente dei van worker di successo. Noi abbiamo una lista lunghissima di modifiche che dovremmo o vorremmo fare, per riuscirci.

Ma va bene così. Se il tuo sogno è viaggiare e lavorare come nomade digitale, combinare Vanlife e lavoro da remoto nel Van working è davvero una soluzione meravigliosa.

Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti e se hai qualche domanda sarò felice di risponderti!

Un abbraccio,

Ilaria

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Insomma, non una guida qualsiasi, ma LA GUIDA DEFINITIVA AL VIAGGIO A LUNGO TERMINE 🙂

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Last Updated on Agosto 11, 2023 by Ilaria Cazziol

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