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Anche se può sembrare la vita dei sogni, oggi è più che mai una sfida essere nomadi digitali: pro e contro di questo stile di vita si contrappongono in maniera netta, con tanti, bellissimi vantaggi, la famosa “libertà” di cui tutti parlano…ma con altrettanti lati oscuri che è difficile mandare giù.
Soprattutto se, come spesso capita, ci si lancia alla ricerca di questo stile di vita con un’immagine idealizzata in mente.
Io lo so bene: sono una nomade digitale dal 2017, quando ho mollato tutto e sono partita per il mio viaggio solo andata, diventando una content writer freelance…insomma, da ben prima che questo stile di vita fosse sulla bocca di tutti, da ben prima che la pandemia di Covid cambiasse in modo radicale il mondo del lavoro.
E voglio condividere con te la mia esperienza e le mie riflessioni su questo stile di vita.
Il nomadismo digitale, stile di vita che nella sua interpretazione più mainstream “unisce la libertà di viaggiare con la possibilità di lavorare da qualsiasi parte del mondo”, è una realtà sempre più diffusa.
(Tra l’altro, siamo sicuri di aver capito cos’è un nomade digitale?
Leggi questo articolo per fare chiarezza)
Secondo le statistiche, infatti, un numero crescente di persone sta scegliendo di abbracciare questa modalità lavorativa, sfruttando le opportunità offerte dal lavoro remoto per vivere in modo più libero e indipendente.
Ma attenzione, non è tutto oro quello che luccica. Se da un lato la libertà di movimento è un grande vantaggio, dall’altro può nascondere delle insidie.
Ti chiedi mai dove si trova il confine tra la libertà che il nomadismo digitale ti offre e il rischio di ritrovarti a fare i conti con più stress di quanto se ne abbia con uno stile di vita tradizionale?
E come si fa a mantenere un equilibrio sano tra lavoro e vita personale quando le due sfere si intrecciano così strettamente?
In questo articolo voglio aiutarti a riflettere su questi temi e condividere con te alcuni consigli su come navigare in questo mondo affascinante ma anche complesso.
Pro e contro del nomadismo digitale: una lama a doppio taglio
Il nomadismo digitale è spesso visto come un sogno, un modo per lavorare all’insegna della bella vita e dalla libertà.
Ma, ormai lo avrai capito, non è sempre tutto rose e fiori.
E da quando scrivo di questo argomento, ho deciso di farlo senza pretendere che sia tutto meraviglioso, ma mostrando anche i lati scomodi di questa vita, tanto qui nel blog quanto nella Guida al viaggio a lungo termine.
La libertà del nomadismo digitale
La libertà geografica che offre è incredibile, certo: puoi lavorare da qualsiasi parte del mondo, basta avere una connessione internet, e avere orari flessibili. Specialmente se sei un imprenditore, o un nomade digitale in un’azienda che ha sposato il lavoro per obiettivi e non per orari, questo genere di libertà può creare assuefazione.
I benefici del lavoro da remoto
Questo stile di vita può davvero migliorare la tua qualità di vita, permettendoti di trovare un equilibrio tra lavoro e tempo libero, evitando pendolarismi estenuanti e scegliendo il luogo di lavoro che fa per te. E poi, immergersi in nuove culture e stimoli può arricchirti sotto tanti punti di vista.
Il lato oscuro del nomadismo digitale
Ma, come in tutte le cose, c’è anche il rovescio della medaglia. Il nomadismo digitale, nonostante le sue indubbie opportunità, porta con sé delle sfide non da poco.
La gestione del tempo, per esempio, può diventare un vero rompicapo. Senza un ufficio fisso e orari stabiliti, può essere difficile separare il tempo di lavoro dal tempo libero.
E se ci aggiungi anche il viaggiare di continuo, le cose si complicano ulteriormente.
E poi ci sono i problemi tecnici, come una connessione internet ballerina, che possono mandarti in tilt in un attimo. Senza contare la necessità di adattarsi continuamente a nuovi ambienti e culture.
Parola d’ordine: auto-disciplina
Uno studio del 2019 ha esplorato proprio come i nomadi digitali gestiscono il loro tempo tra lavoro e svago, e conferma quello che io dico da anni: che non è sempre facile.
La libertà che il nomadismo digitale offre infatti ha un prezzo: serve una grande auto-disciplina e a volte bisogna fare dei compromessi non indifferenti. E mentre i media ci mostrano solo il lato bello della medaglia, è importante essere consapevoli anche delle sfide che questo stile di vita comporta.
Per questo penso sia importante parlare anche dei contro del nomadismo digitale: la consapevolezza e una buona gestione delle sfide sono la chiave per mantenere un equilibrio sano tra lavoro e vita personale.
Chi si lancia in questo stile di vita e decide di cambiare vita senza paracadute rischia solo di farsi molto male all’atterraggio.
Nomadismo digitale e stress: quello di cui nessuno parla
Sì, so che può sembrare assurdo parlare di stress e di nomadismo digitale, ma è proprio per questo che credo sia necessario questo articolo.
Perché invece è più comune (e normale) di quanto tu possa pensare. Essere nomadi digitali NON È semplice.
Ma se per i lavori tradizionali si parla tanto di stress e di come evitarlo, per noi nomadi digitali, freelance e imprenditori, è un tema ancora un po’ tabù.
Forse perché sentiamo di dover “difendere” questo stile di vita che non tutti capiscono, e che spesso viene etichettato come “vivere in vacanza” o cose del genere. Idiozie.
Una vita in movimento, tra un aereo e l’altro, tra una città e l’altra, ha il suo fascino, ma ammettiamolo, a volte fa sentire un po’ persi.
Non avere una casa, un punto fermo, ci costringe a un continuo adattamento a nuovi ambienti, culture e fusi orari e può farci sentire disorientati.
È una sfida continua, che da una parte ci arricchisce, ma dall’altra può diventare una fonte di stress.
I 3 livelli del nomadismo digitale
In effetti se volessimo categorizzare i nomadi digitali, potremmo farlo sfruttando proprio tre livelli di mobilità:
- Il livello iniziale è il nomadismo digitale idealizzato: si è sempre in movimento, senza una vera casa, una base a cui tornare. Ci si muove più o meno velocemente, mischiando il viaggio di lavoro e quello di turismo seguendo le logiche di quest’ultimo.
- Il livello intermedio è quello dei nomadi digitali “saltuari”: c’è una base fissa, un domicilio, e si viaggia lavorando a intermittenza. La libertà di viaggiare è più importante del viaggiare sempre, se così si può dire.
È quello in cui più mi riconosco io al momento, ad esempio. - E poi c’è il livello più stanziale, quello in cui la parte “nomade” è perlopiù una possibilità non sfruttata, sebbene presente grazie al lavoro digitale.
Spesso, soprattutto all’inizio, quando si iniziano a muovere i primi passi nel nomadismo digitale, si tende a inseguire il primo livello. È il livello del “viaggio solo andata” in senso stretto, del backpacking, del movimento.
Eppure è il livello che è più difficile da mantenere.
Ma il rischio che lo stress si trasformi addirittura in burnout è sempre dietro l’angolo.
Perché, diciamocelo, separare il tempo di lavoro dal tempo libero quando lavori da una spiaggia o da un caffè in una città affascinante, non è affatto facile.
Quanto è difficile ammettere i contro per i nomadi digitali?
Le giornate lavorative si allungano, i confini si sfumano e i sintomi dello stress possono iniziare a farsi sentire: stanchezza, sensazione di impotenza, di essere intrappolati, di essere sopraffatti, sono tutte strane sensazioni che possono cogliere il nomade digitale quando meno se l’aspetta.
E la cosa paradossale è che sarà difficile ammetterlo e ancora di più accettarlo: perché c’è il peso della decisione di vivere come nomadi digitali.
È una scelta controcorrente, che ha richiesto sacrifici e tante spiegazioni a chi non la capiva…una volta perseguita, ammettere di trovarsi in difficoltà non è facile.
Ma è importante riconoscere i segnali e prendersi cura di sé, perché la libertà del nomadismo digitale ha un prezzo, e il benessere deve essere sempre al primo posto.
Consigli per essere nomadi digitali sereni e consapevoli
Diciamo la verità, quando inizi a viaggiare lavorando da remoto, è facile lasciarsi trasportare dall’entusiasmo e dalla libertà che questa vita ti offre.
Per un po’ è tutto meraviglioso. Le prime settimane, anche i primi mesi, sono un susseguirsi di emozioni: nuovi luoghi, persone, attività, lingue, il tutto con la comodità di lavorare quando vuoi, dove vuoi…
Ma attenzione, perché come ormai hai capito questo stile di vita ha un costo.
E mentre tu senti di vivere a mille all’ora, il tuo corpo e la tua mente iniziano a faticare a star dietro a quei ritmi. È impercettibile, qualcuno può anche non accorgersene finché…non ne viene investito.
Eccolo: si chiama burnout.
Cosa sono il burnout da viaggio e il burnout da nomadismo digitale
Il burnout è una sensazione difficile da definire, perché può manifestarsi in molti modi: dal provare una inspiegabile tendenza a procrastinare al mettere in dubbio la propria identità e le proprie scelte.
Sempre nello studio che menzionavo prima, distinguono tra due tipi di burnout: quello da viaggio, e quello legato al nomadismo digitale in sé.
- Il primo è causato principalmente dal movimento, dal continuo cambio di ambiente e abitudini.
- Il secondo invece è proprio legato all’imstabilità che questo stile di vita comporta.
Entrambi possono essere subdoli e colpire con potenza, senza che ci accorgiamo che la causa è semplicemente lo stress. Qualcuno può scambiarla per depressione, oppure (anche peggio) sentirsi talmente in colpa nel provare questi sentimenti legati alla realizzazione del proprio sogno, da provare a negarli.
Inutile dire che non funziona.
Personalmente ci sono passata, e so di non essere sola (anche se in quei momenti sembra sempre così). Nel podcast dei viaggiatori solo andata mi è capitato di parlare di questo argomento con varie persone, come con i ragazzi di Vado In Theratrip.
Ecco perché voglio condividere con te alcune strategie che ho imparato sulla mia pelle per prevenire il burnout e godermi appieno la vita da nomade digitale.
1. Inizia dal terzo livello
Prima di tutto, ti consiglio di iniziare con calma.
Se stai pensando di diventare un nomade digitale, ma non hai mai provato veramente a lavorare mentre viaggi, non mettere il carico da novanta del viaggio solo andata.
Prova prima a fare brevi periodi di viaggio, alternandoli a momenti più stanziali. Non buttarti subito nella “vita in viaggio” a capofitto, ma prenditi il tempo per adattarti e trovare il tuo equilibrio.
2. Nomadismo digitale e viaggio…lento
Anche una volta che hai rodati il meccanismo, non correre. Ricorda che tra vacanza e nomadismo digitale c’è un’enorme differenza, e le due cose non sono intercambiabili.
Rallenta, viaggia lentamente, resta in un posto per giorni, settimane, mesi…lascia perdere l’idea di vedere TUTTO ed entra nell’ottica di un nuovo tipo di viaggio:
un viaggio stanziale, di conoscenza approfondita dei luoghi piuttosto che di scoperta fugace, di imparare a sentirti a casa in un luogo che casa non è.
3. Nomadismo digitale VS vacanza
Un altro aspetto fondamentale è imparare a separare il lavoro dal tempo libero.
So che può sembrare difficile, soprattutto quando il mondo è la tua scrivania, ma stabilire una routine e mantenere una disciplina è essenziale.
Noi lo abbiamo imparato soprattutto facendo lavorando dal nostro van camperizzato, perché lavorare e vivere in uno spazio di pochi metri quadri mette alla prova qualsiasi confine tra i due aspetti.
Trova il tuo ritmo, stabilisci degli orari di lavoro e rispettali, e non dimenticare di prenderti delle pause e “staccare” regolarmente. Ricordati che disconnettersi fa bene alla produttività e al benessere generale.
4. Impara l’arte del time management
Per mantenere l’equilibrio dovresti anche studiare e mettere in pratica il personal management, che include la gestione del proprio tempo.
Prova a sperimentare tecniche di auto-disciplina, sia esterne (come fissare scadenze e calendarizzare le attività) che interne (come coltivare la tua capacità di gestire il tempo e lo stress).
Non sottovalutare il potere della mindfulness: pratiche come la meditazione e la respirazione profonda possono aiutarti a gestire lo stress e a rimanere centrato.
5. Cerca comunità di nomadi digitali
Infine, non dimenticare l’importanza della socialità.
Essere un nomade digitale può a volte far sentire isolati, lontani da amici e famiglia. E questo è valido tanto per chi viaggia da solo, quanto per chi viaggia in coppia (e cade nella trappola del micro-cosmo autosufficiente).
Cerca attivamente opportunità di socializzazione, partecipa a eventi locali, lavora in coworking e connettiti con altre persone che condividono il tuo stile di vita. Mantenere legami forti, sia a distanza che sul posto, è fondamentale per il tuo benessere emotivo.
Un’ottima idea può essere anche fare dei veri e propri viaggi per nomadi digitali, come quelli proposti da Hacker Paradise: esperienze di qualche mese in giro per il mondo, in cui condividere vita e lavoro con una community di nomadi come te.
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Insomma, la vita da nomade digitale è un’avventura incredibile, ma è importante non sottovalutare i possibili lati negativi e trovare il giusto equilibrio.
Con queste strategie, spero che tu possa vivere al meglio la tua vita on the road, prendendoti cura della tua salute mentale e fisica.
Un abbraccio,
Ila
Sogni di viaggiare a lungo termine come nomade digitale? Abbiamo qualcosa per te…
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Allora forse può interessarti la nostra guida per iniziare a viaggiare a lungo termine. Un libro in cui abbiamo raccolto tutto ciò che abbiamo imparato nel nostro viaggio solo andata, le risposte a tutti i dubbi che avevamo prima di partire e a quelli dei nostri lettori.
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Insomma, non una guida qualsiasi, ma LA GUIDA DEFINITIVA AL VIAGGIO A LUNGO TERMINE
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Last Updated on Gennaio 4, 2025 by Ilaria Cazziol
Articolo molto esaustivo! riflette davvero la vita da nomade, non tutti ne parlano in maniera così approfondita, lasciando perdere, magari, quelli che possono essere gli aspetti negativi di questa scelta.