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Con l’ascesa del nomadismo digitale, un numero sempre maggiore di professionisti ha scelto di lavorare viaggiando, sfruttando la libertà offerta dalla tecnologia e dalla connettività globale.
Questo fenomeno ha spinto molti Paesi a rivedere e adattare le proprie normative, introducendo visti specifici per regolamentare e, in alcuni casi, attrarre questa crescente categoria di lavoratori.
Per i nomadi digitali alle prime armi così come per quelli navigati, però, non è facile capire come muoversi tra tutta questa burocrazia, in quali Paesi serve il visto per nomadi digitali a noi Italiani, in quali può non servire, quali sono le regole internazionali per lavorare da remoto che vanno rispettate e come farlo.
Lavorare da remoto in qualsiasi parte del mondo è una possibilità concreta e sempre più diffusa, ma farlo in modo legale e senza complicazioni richiede una conoscenza approfondita delle normative vigenti e dei visti adeguati.
Ogni Paese stabilisce le proprie regole e requisiti, spesso con criteri molto diversi tra loro, e scegliere la destinazione giusta può fare la differenza tra un’esperienza fluida e gratificante oppure un percorso ostacolato da lunghe procedure burocratiche e restrizioni inattese.
Per comprendere meglio questa realtà e affrontarla con maggiore consapevolezza, cercheremo di analizzare cosa sono i visti per nomadi digitali, quando servono, come ottenerli nei vari Paesi e i vari pro e contro delle diverse scelte. Ma andiamo per gradi.
Cosa sono i visti per nomadi digitali?
I visti per nomadi digitali sono permessi di soggiorno speciali che alcuni Paesi offrono a professionisti che lavorano da remoto utilizzando strumenti tecnologici.
Questi visti permettono ai lavoratori di risiedere legalmente nel Paese ospitante pur continuando a lavorare per aziende o clienti situati altrove. L’obiettivo principale è attrarre talenti internazionali, stimolare l’economia locale e promuovere lo scambio culturale.
Qual’è la differenza tra un visto per nomadi digitali e il visto turistico?
La differenza principale tra un visto per nomadi digitali e un visto turistico riguarda l’attività lavorativa consentita e la durata del soggiorno:
- Visto turistico: permette di soggiornare in un Paese per un periodo limitato (generalmente tra 30 e 90 giorni) per scopi di svago, turismo o visite personali. Non consente ufficialmente di lavorare, e in molti Paesi è vietato svolgere qualsiasi attività retribuita durante il soggiorno.
- Visto per nomadi digitali: pensato appositamente per lavoratori da remoto, consente di vivere in un Paese per periodi più lunghi (da sei mesi a diversi anni), permettendo di continuare a lavorare per aziende straniere o come freelance. Inoltre, spesso include vantaggi come la possibilità di aprire un conto bancario locale o accedere ai servizi sanitari del Paese ospitante.
Perché dovrei richiedere il digital nomad visa quindi?
Richiedere un visto per nomadi digitali è fondamentale per chi desidera vivere e lavorare in un Paese straniero in modo legale, ma sporattutto senza le limitazioni temporali imposte dai visti turistici.
Per cui, se sei un professionista che lavora da remoto dovresti considerare un visto per nomadi digitali se:
- Cerchi stabilità legale a lungo termine: è il modo più semplice per soggiornare nel Paese ospitante per un periodo prolungato senza infrangere le normative locali sull’immigrazione, ma senza nemmeno dover prendere una vera e propria residenza in quel Paese.
- Hai bisogno di avere accesso ai servizi locali: con un visto come quello per nomadi digitali, puoi ottenere cose fondamentali come l’apertura di conti bancari, l’accesso ai servizi sanitari e la possibilità di affittare immobili a lungo termine.
- Minori restrizioni sui viaggi: alcuni Paesi impongono restrizioni ai visitatori con visti turistici, limitando la durata della permanenza o il numero di ingressi consentiti, che invece sono molto meno stringenti con questi visti.
- Minore Stress Burocratico: evitano la necessità di lasciare frequentemente il Paese per rinnovare i visti turistici, come spesso si faceva prima ad esempio in Thailandia.
E quali sono i contro dei visti per nomadi digitali invece?
- Requisiti di Reddito: Alcuni Paesi impongono soglie di reddito elevate che potrebbero essere difficili da soddisfare.
- Costi Aggiuntivi: Oltre alla tassa per il visto, potrebbero essere necessari investimenti in assicurazione sanitaria e alloggio.
- Limitazioni Lavorative: Alcuni visti non consentono di lavorare per aziende locali, limitando le opportunità professionali.
- Tempi di Elaborazione: Il processo burocratico può essere lungo e complesso, con possibili ritardi nelle approvazioni.
- Obblighi Fiscali: A seconda del Paese, potrebbe essere necessario pagare le tasse locali, aumentando la pressione fiscale sul lavoratore.
Ma noi italiani abbiamo bisogno dei digital nomad visa in Europa?
La risposta, come sempre, è “dipende”.
In qualità di cittadino dell’Unione Europea (UE), hai il diritto di svolgere un’attività professionale in un altro paese dell’UE senza la necessità di un visto specifico fino a 3 mesi.
Però se intendi soggiornare in un altro paese dell’UE per più tempo, dovresti quantomeno registrarti come residente presso le autorità locali. Questo processo varia da Paese a Paese, e in alcuni casi potrebbe essere più efficiente e facile ottenere il visto per nomadi digitali, se ne hai i requisiti.
Poi c’è da approfondire la questione fiscale. In generale, se soggiorni in un Paese per meno di 183 giorni in un anno fiscale, continuerai a essere considerato residente fiscale nel tuo Paese di origine. Se superi questo periodo, o se rimani fuori dal tuo per più di 183 giorni, potresti essere considerato residente fiscale nel Paese ospitante, con l’obbligo di dichiarare e pagare le tasse sul reddito lì.
Le normative fiscali variano tra i paesi dell’UE, quindi è fondamentale consultare le leggi locali o un consulente fiscale per determinare i tuoi obblighi specifici.
Ehi, nessuno ha detto che sarebbe stato semplice!
In generale se lavori come nomade digitale a Partita Iva hai più flessibilità che se lavori in modo dipendente, ma ti consiglio in ogni caso di fare una consulenza con qualche commercialista online per approfondire le tematiche fiscali.
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Requisiti generali per l’ottenimento del visto da nomade digitale nei vari Paesi
Anche qui, i requisiti possono variare da Paese a Paese, ma alcuni criteri comuni includono:
- Prova di occupazione o attività lavorativa: devi dimostrare di avere un lavoro stabile o di svolgere un’attività lavorativa da remoto per un’azienda o clienti al di fuori del Paese ospitante.
- Reddito minimo: molti Paesi richiedono una prova di reddito minimo per garantire che il nomade digitale possa sostenersi durante il soggiorno. E spesso non è per niente basso.
- Assicurazione sanitaria: spesso obbligatoria per l’intera durata del soggiorno.
- Alloggio: fornire prove di una sistemazione adeguata nel Paese ospitante.
- Assenza di precedenti penali: alcuni Paesi richiedono certificati che attestino l’assenza di condanne penali.
Quanto tempo serve per ottenere un visto da nomadi digitali?
Il momento migliore per richiedere un visto per nomadi digitali dipende dal Paese di destinazione e dalle proprie esigenze lavorative.
Ti consiglio di iniziare il processo con almeno alcuni mesi di anticipo per evitare ritardi burocratici e garantire una transizione senza problemi.
Come ottenere il visto
Per ottenere un visto per nomadi digitali, dovrai informarti sui requisiti specifici del Paese di destinazione, poiché le condizioni possono variare. In genere, il processo prevede:
- Ricerca delle opzioni disponibili: Ogni Paese ha regolamenti differenti, quindi è importante individuare la destinazione più adatta alle proprie esigenze.
- Preparazione dei documenti: La maggior parte dei Paesi richiede documenti quali prova di reddito, assicurazione sanitaria e un contratto di lavoro remoto.
- Domanda presso ambasciate o consolati: Alcuni Paesi permettono di fare domanda online, mentre altri richiedono un appuntamento presso un’ambasciata o un consolato.
- Attesa dell’approvazione: I tempi di elaborazione possono variare da poche settimane a diversi mesi.
- Ingresso nel Paese e registrazione: In alcuni casi, è necessario registrarsi presso l’ufficio immigrazione locale dopo l’arrivo.
Quali Paesi offrono visti per nomadi digitali?
Se vuoi stabilirti in maniera per un periodo medio-lungo da qualche parte del mondo come nomade digitale, sapere quali Paesi offrono visti dedicati potrebbe aiutarti nella scelta della destinazione.
Considera sempre che molti di questi visti richiedono un reddito minimo (spesso) piuttosto elevato.
Se sei alle prime armi col nomadismo digitale, questi requisiti possono sembrare scoraggianti, ma non lasciarti abbattere: ci sono sempre alternative, come iniziare con destinazioni più accessibili o lavorare da remoto con visti turistici (entro i limiti).
Ecco una panoramica dettagliata dei Paesi che offrono visti per nomadi digitali per aiutarti.
Tieni conto del fatto che queste informazioni cambiano quotidianamente con il cambiare delle regolamentazioni, quindi questo elenco ti serve solo come base di partenza: fatti un’idea di ciò che offre il mondo ai nomadi digitali e poi approfondisci in autonomia Paese per Paese.
Diffida di qualunque articolo “onniscente”, insomma.
Visti per nomadi digitali in Europa
- Estonia: è stato il primo Paese a introdurre un visto per nomadi digitali. Permette ai lavoratori extra-UE di soggiornare fino a un anno, con la possibilità di muoversi nell’area Schengen per 90 giorni. Richiede un reddito minimo mensile di circa 3.500 euro.
- Portogallo: Il visto D8 per nomadi digitali consente di vivere e lavorare nel Paese se si dimostra un reddito minimo di 3.280 euro al mese e si ha un’assicurazione sanitaria.
- Spagna: Ha introdotto un visto per nomadi digitali valido fino a 5 anni, richiedendo una prova di reddito di almeno 2.520 euro al mese e assicurazione sanitaria.
- Croazia: Permesso di soggiorno temporaneo per nomadi digitali valido fino a un anno. Richiede prova di reddito minimo di circa 2.300 euro al mese e assicurazione sanitaria.
- Islanda: Visto a lungo termine per lavoro a distanza, valido per 6 mesi (o 90 giorni per cittadini Schengen). Richiede un reddito minimo di circa 7.000 euro al mese.
- Malta: Il Nomad Residence Permit è valido per un anno e rinnovabile, con un reddito minimo di 2.700 euro al mese e assicurazione sanitaria.
- Germania: Il “Freelance Visa” permette ai lavoratori autonomi di risiedere per 3 mesi, con possibilità di estensione fino a 3 anni. Richiede un contratto con clienti tedeschi e un’assicurazione sanitaria.
- Grecia: Il visto per nomadi digitali è valido per un anno, con possibilità di estensione. Richiede un reddito minimo di 3.500 euro al mese.
- Ungheria: Ha lanciato la “White Card”, un visto valido per un anno e rinnovabile, con un reddito minimo di 2.000 euro al mese.
- Lettonia: Offerta di un visto per lavoratori remoti di aziende non lettoni, valido per un anno e rinnovabile.
- Romania: Visto per nomadi digitali con un reddito minimo di 3.300 euro al mese.
Visti per nomadi digitali in America
- Messico: Il visto per nomadi digitali consente di soggiornare fino a 4 anni, con un reddito minimo di circa 2.500 euro al mese.
- Argentina: Visto per incentivare i professionisti del lavoro remoto, con possibilità di estensione.
- Costa Rica: Visto speciale per nomadi digitali valido fino a due anni, con un reddito minimo di 3.000 euro al mese.
- Panama: Il “Visto per Lavoratori a Distanza di Breve Permanenza” consente ai professionisti di lavorare da remoto nel paese.
- Brasile: Visto specifico per professionisti che lavorano da remoto, valido per un anno e rinnovabile.
- Colombia: Il visto per nomadi digitali ha una validità di due anni ed è disponibile per chi lavora per aziende straniere.
- Belize: Offre un programma per nomadi digitali valido fino a un anno.
Gli Stati Uniti non offrono attualmente un visto specifico per nomadi digitali come fanno altri Paesi.
Visti per nomadi digitali in Asia e Medio Oriente
- Emirati Arabi Uniti: Il Dubai Remote Work Visa consente di vivere e lavorare nel Paese per un anno, con un reddito minimo di circa 5.000 euro al mese.
- Thailandia: Lo Smart Visa è rivolto a professionisti altamente qualificati e è valido fino a quattro anni.
- Indonesia (Bali): Il Remote Worker Visa (E33G) permette ai nomadi digitali di vivere sull’isola senza pagare imposte locali.
- Georgia: Il programma “Remotely from Georgia” consente soggiorni fino a un anno, con un reddito minimo di 2.000 euro al mese.
- Armenia: Offre un permesso di soggiorno per imprenditori e lavoratori remoti.
- Malesia: Il “DE Rantau Nomad Pass” è valido per un anno e rinnovabile, con un reddito minimo di 2.000 euro al mese.
- Giappone: Ha annunciato l’introduzione di un visto per nomadi digitali, con dettagli ancora in fase di definizione.
Visti per nomadi digitali in Africa
- Capo Verde: Programma per attrarre professionisti internazionali, con soggiorni fino a un anno.
- Mauritius: Il Premium Travel Visa è valido per un anno e rinnovabile, con un reddito minimo di 1.500 euro al mese.
- Seychelles: Il Workcation Program consente di vivere e lavorare per un anno, con un reddito minimo di 3.000 euro al mese.
- Kenya: Ha annunciato l’introduzione di un visto per nomadi digitali.
Visti per nomadi digitali nei Caraibi
- Barbados: Il Barbados Welcome Stamp consente soggiorni fino a un anno, con un reddito minimo di 50.000 dollari annui.
- Bermuda: Il Work from Bermuda Certificate è valido per un anno, senza requisiti di reddito specifici.
- Bahamas: Il Bahamas Extended Access Travel Stay (BEATS) permette ai lavoratori digitali di risiedere fino a un anno.
- Cayman Islands: Il Global Citizen Concierge Program permette soggiorni fino a 2 anni, con un reddito minimo di 100.000 dollari annui.
- Grenada: Programma per nomadi digitali con requisiti di reddito e assicurazione sanitaria.
- Saint Lucia: Visto per nomadi digitali con possibilità di rinnovo.
- Curaçao: Il programma “@HOME” permette ai nomadi digitali di soggiornare fino a 6 mesi.
- Dominica: Il Work in Nature (WIN) Visa consente soggiorni fino a 18 mesi.
- Anguilla: Programma per nomadi digitali con soggiorni fino a un anno.
- Antigua e Barbuda: Il Nomad Digital Residence Program consente soggiorni fino a due anni.
Questi programmi variano in termini di requisiti, durata e benefici offerti. È essenziale consultare le fonti ufficiali di ciascun Paese per ottenere informazioni aggiornate sulle procedure di applicazione e sui criteri di idoneità.
Opportunità e difficoltà burocratiche con i digital nomad visa
I visti per nomadi rappresentano senza dubbio un’opportunità straordinaria per chi desidera lavorare viaggiando in modo legale e senza limitazioni. La possibilità di vivere in un Paese per mesi o anni, accedere a servizi locali e stabilire una routine senza il timore di superare la durata consentita da un visto turistico è un grande vantaggio.
Tuttavia, dietro questa libertà si nascondono anche delle complessità che non possono essere ignorate.
La grande disparità tra i vari Paesi rende il processo di scelta più difficile: mentre alcune nazioni, come l’Estonia o il Portogallo, hanno abbracciato rapidamente questa nuova tendenza e creato programmi semplici e accessibili, altre faticano ancora a trovare un equilibrio tra regolamentazione e attrattività.
L’Italia, ad esempio, ha introdotto il visto per nomadi digitali con notevole ritardo rispetto ad altri Paesi europei e con requisiti piuttosto stringenti, il che potrebbe scoraggiare molti professionisti interessati. Inoltre, la necessità di dimostrare un reddito minimo elevato, stipulare un’assicurazione sanitaria specifica e, in alcuni casi, navigare tra regimi fiscali complessi può rendere il processo più complicato del previsto.
La mia esperienza da nomade digitale con i vist
Posso parlarne per esperienza diretta: più di una volta mi sono ritrovato nella situazione scomoda di dover lasciare un Paese e poi farvi ritorno solo perché non avevo il visto adeguato.
Questo non solo ha comportato una notevole perdita di tempo, ma anche spese impreviste per voli, alloggi temporanei e pratiche burocratiche aggiuntive. Senza contare lo stress di dover pianificare tutto, interrompendo la mia routine lavorativa e personale.
D’altra parte, per chi riesce a ottenere il visto giusto, a mio avviso, il gioco vale la candela.
La possibilità di vivere in un Paese per un lungo periodo senza preoccupazioni legali, immergersi in nuove culture e costruire connessioni professionali e personali è un valore inestimabile. È chiaro che i governi che sapranno rendere più accessibili e flessibili questi visti attireranno sempre più talenti internazionali, favorendo un ecosistema lavorativo globale più dinamico e interconnesso.
Alla fine, la scelta di richiedere un visto dipende dal proprio stile di vita, dalle esigenze lavorative e dalla capacità di gestire la burocrazia. Alcuni potrebbero trovare le restrizioni troppo vincolanti, mentre altri potrebbero vedere in questa opportunità il trampolino perfetto per un’esperienza di vita straordinaria.
Quel che è certo è che il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente, e i Paesi che sapranno adattarsi con politiche innovative saranno quelli che ne trarranno i maggiori benefici.
Se hai domande o curiosità, ci vediamo nei commenti!
Un abbraccio,
Andrea – Cacciatore di Orizzonti
Last Updated on Febbraio 8, 2025 by Ilaria Cazziol