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Hai mai sentito parlare dell’ikigai? Questo concetto di origine giapponese e alla base della risposta alla domanda “come capire cosa fare nella vita?”, e il suo successo anche nella nostra cultura fa capire quanto sia in effetti importante.
Trovare il tuo ikigai significa scegliere un lavoro con consapevolezza, basandolo sui tuoi interessi, le cose che sai fare davvero bene, e ciò che può darti soddisfazione.
Ma cosa significa Ikigai? E come lo si trova? Bella domanda. Cercherò di rispondere perché il percorso, per te, sia più facile di quanto lo sia stato per me.
Ma prima facciamo un passo indietro e rispondiamo a un’altra domanda d’obbligo
Perché capire cosa fare nella vita è così difficile?
Capire cosa fare nella vita è una delle cose più difficili che ci siano.
Iniziamo con un corso di studi o un tipo di lavoro, e poi veniamo incastrati da quelle scelte che abbiamo fatto una vita prima, magari a 14 o 18 anni quando, parliamoci chiaro, cosa diavolo ne puoi sapere di cosa vuoi fare nella vita a quell’età?! Io non lo so con certezza adesso!
Eppure, la società ci richiede di scegliere. La prima volta quando ancora non siamo nemmeno abbastanza adulti per votare o guidare, la scuola ci richiede di fare una prima, drastica scelta: liceo o istituto professionale? Già lì, per molti, verrà tracciata una linea che diventerà invalicabile.
E la cosa peggiora quando bisogna scegliere l’università: siamo chiamati a decidere se vogliamo diventare avvocati, medici o lavoratori da ufficio quando ancora viviamo con i nostri genitori e di questi mestieri ne sappiamo tanto quanto ci mostra la televisione. Ma come si fa?!
E avanti così, perché una volta presa una strada è ben difficile virare e avventurarsi in mare aperto, senza certezze. Soprattutto nella nostra cultura del “ritieniti fortunato ad averlo, un lavoro!”.
Sembra un destino segnato…
Ma per fortuna non lo è. La buona notizia è che non c’è un limite di età o di tempo entro cui è necessario decidere cosa fare nella propria vita.
Lo dimostrano le decine di storie che abbiamo ascoltato e raccontato in questi anni nel nostro blog e soprattutto nel podcast, storie di persone che rischiano, che si lanciano, e che vincono.
Lo dimostrano le persone di ogni età e percorso sociale che leggono il nostro libro Destinazione Viaggio – per cambiare vita e trovare se stessi e ci scrivono piene di gratitudine, raccontandoci il proprio percorso.
Forse proprio perché, come ho scritto tempo fa, il segreto della felicità è che poche persone trovano il coraggio di cambiare strada per provare ad inseguirla…e questo rende statisticamente più probabile che questi ultimi abbiano successo, no?

Trovare l’ikigai, ovvero quel lavoro che non ti farà lavorare
Il punto è che capire cosa fare nella vita significa fare una profonda auto-analisi.
Abbiamo accennato a questo discorso in questo articolo sul lavorare online, e soprattutto nella nostra Guida al Viaggio a Lungo Termine, dove parliamo estensivamente di come rendere sostenibile lo stile di vita del viaggio ANCHE grazie al lavoro giusto.
Come spieghiamo in queste risorse, e come sostengono i sempre saggissimi giapponesi, devi trovare il tuo IKIGAI.
Ikigai: significato e ideogramma
“Ikigai” è una parola giapponese che non ha una perfetta traduzione in italiano, ma sta a significare “ciò che ci porta completezza e soddisfazione nella vita”. Si scrive 生き甲斐 e si pronuncia appunto ikigai, parola composta da due elementi:
- iki: vivere
- gai: ragione
Ecco, ikigai quindi significa proprio “ragione per vivere”, ed è un concetto che, se associato al lavoro che svolgiamo per sostentamento, crea una formula molto potente per scoprire cosa fare nella vita, quale lavoro scegliere per essere il più possibile felici.
Hai presente la frase “Fai un lavoro che ami e non lavorerai un solo giorno nella tua vita”?
Ecco, l’ikigai è esattamente questo.
Potente, vero?
Quando l’ho scoperto, quando ne ho sentito parlare per la prima volta, tutti gli elementi del puzzle della mia vita sono andati a posto. O meglio, non è proprio così, perché l’ikigai è un concetto fluido che si evolve con noi e con i nostri cambiamenti…
Ma capire da cosa è composto, e soprattutto come lo si trova, è fondamentale per fare scelte consapevoli in tema del lavoro che svolgiamo.
Ok, tutto bellissimo…
Ma come si fa?
Ikigai: come trovarlo?

Trovare il proprio ikigai è facilissimo, almeno sulla carta. Parte del motivo per cui è diventato così popolare è proprio perché questo concetto ha una rappresentazione grafica bellissima e molto significativa.
Non devi fare altro che trovare ciò che sta all’intersezione di quattro elementi:
- ciò che ti piace fare
- cosa ti riesce bene/facile fare
- ciò che il mercato/mondo richiede
- ciò che potrebbero pagarti per fare
È un concetto meravigliosamente vero, anche se di difficile applicazione.
È bellissimo, perché mette insieme quelli che sono gli ambiti essenziali del lavoro, spezzandoli nei componenti essenziali.
Si possono fare dei lavori bellissimi e utilissimi, trovando l’intersezione tra solo due di questi cerchi.
Ad esempio:
- Se trovi ciò per cui possono pagarti e ciò che ti riesce bene, hai trovato una perfetta professione;
- Se invece trovi ciò che ti riesce bene e che ami, è una passione (ma non ti pagano per farlo);
- Tra ciò che ami e ciò di cui il mondo ha bisogno c’è la tua missione, che spesso diventa ciò che facciamo come forma di volontariato;
- Infine, l’incrocio di ciò di cui il mondo ha bisogno e ciò per cui ti pagano è la vocazione (ma potresti non amarlo o non riuscirti bene).
Il punto è che tutte queste unioni di coppia fanno qualcosa di bello e interessante da perseguire…
…ma solo trovando quella cosa che sta all’intersezione di tutte e quattro troverai il tuo ikigai.
Quel lavoro che ti appassiona, ti riesce bene e con facilità, ti pagano (possibilmente anche bene) per farlo, ed è pure qualcosa che fa bene al mondo e agli altri…
WOW. Eccolo. Lì si nasconde il segreto della soddisfazione personale.
Perché l’ikigai classico NON funziona
Qual è il problema?
Il problema è che trovare il proprio ikigai non è così facile.
L’ikigai è una bellissima idea, un’ambizione a cui tendere, un concetto che ci illumina…ma in termini pratici è molto difficile utilizzare questo schema per trovarlo, se non siamo già su quella strada.
Non basta disegnare quattro cerchi e decidere che diventerai un musicista perché hai una passione per la musica: serve qualcosa di un po’ più pragmatico.
Serve quello che io chiamo Ikigai Strategico, e poi bisogna provare a metterlo in pratica per tentativi ed errori, andando per esclusione verso quello che è il centro.

Libro sull’Ikigai (strategico)
Se stai cercando un libro sull’ikigai che ti spieghi la rava e la fava su questo concetto, ce ne sono a bizzeffe. Ma pochi entrano davvero nel dettaglio di come trovarlo, concretamente.
E se lo fanno, ti forniscono sempre una visione molto idealizzata dell’ikigai, poco pragmatica.
Anche per questo nel libro “Destinazione viaggio – per cambiare vita e trovare se stessi” ho dedicato un intero capitolo al lavoro, e gran parte di esso a rielaborare il concetto di ikigai.
Per poter viaggiare a lungo termine, o anche solo per riuscire a cambiare vita utilizzando il viaggio come strumento di crescita, è essenziale infatti trovare un lavoro che ci renda sia soddisfatti che abbastanza liberi da decidere del nostro tempo. Spesso, l’unico modo per riuscirci è proprio trovare l’ikigai strategico.
Ma cos’è l’ikigai strategico?
Semplice, si tratta dell’ikigai classico rielaborato per essere ciò che sta al centro di tre cerchi:
- ciò che il mercato/mondo richiede
- ciò che potrebbero pagarti per fare
- CIÒ CHE TI RIESCE BENE E CHE AMI FARE, ovvero ciò in cui sei ECCELLENTE
In questa visualizzazione, i 3 cerchi non sono tutti uguali. L’ultimo cerchio è il più importante. È quello da cui partire.
Perché se non sei eccellente in ciò che pensi possa essere il tuo ikigai, non lo diventerà mai.
Se è vero che bisogna trovare ciò che è all’incrocio dei quattro elementi fondamentali, non bisogna nemmeno cadere nella trappola del “segui le tue passioni” e “puoi fare qualunque cosa desideri”.
Semplicemente, non è vero. La ricerca dell’ikigai deve partire dal quadrante della bravura, perché senza quella non saremo mai in grado di superare le difficoltà e di farci riconoscere un prezzo per quello che possiamo offrire.
L’eccellenza è qualcosa di più sottile: per essere davvero bravi in qualcosa questa deve appassionarci abbastanza da dedicarvi il tempo necessario a diventare i migliori.
E il tema del tempo è centrale, perché puoi avere un’abilità o un talento naturale, ma non sarai mai eccellente in qualcosa
senza tantissima pratica.
In un mondo iper competitivo come il nostro, se vuoi lasciare la strada maestra e ricevere uno stipendio decente per qualcosa che sai fare, devi essere davvero eccellente a farlo.
Gli altri due cerchi si trovano sotto e sono più piccoli, non perché siano meno importanti, ma se non trovi ciò in cui sei (o puoi essere) eccellente, difficilmente potrai incrociarlo con ciò per cui possono pagarti, e ancora meno con una missione più grande – perché non sarai davvero utile a nessuno.
Sarai una persona tra tante.
La buona notizia è che ciò in cui siamo bravi di solito ci appassiona anche, perché ci piace essere i migliori in qualcosa, ci piace il rinforzo positivo psicologico che otteniamo quando “vinciamo.
Ikigai: esercizi per trovarlo
Ecco, così diventa tutto molto più semplice.
Sappiamo da dove partire, abbiamo una traccia più chiara e definire, e una volta identificato cosa va nel cerchio dell’eccellenza, è più semplice far emergere anche gli altri due!
Nel libro descrivo ampiamente come fare questo esercizio, fornendo anche un template completo per riempire tutti e 3 i cerchi ed elaborare i risultati ottenuti.

Ma soprattutto, descrivo come mettere in pratica tutto quello che si impara. Perché è con la pratica, con i tentativi ed errori, che l’ikigai smette di essere un disegno sulla carta e diventa qualcosa di veramente utile per la nostra crescita personale.
Una volta che metti insieme i due elementi, diventa tutto straordinariamente semplice e interessante.
Ogni tentativo che fai, ogni prova, anche ogni fallimento, perché no, serve ad andare a completare il quadro.
Scopri che alcune attività sono sì una professione ben retribuita, ma non provi nessun senso di missione per loro, e quindi non ti arricchiscono.
Altre invece sei bravissimo a farle e sono la tua passione (magari dipingere) ma nessuno ti vuole pagare per farlo; e se dovessi solo cambiare prospettiva?
Passare dalla pittura su carta all’illustrazione digitale, per esempio?
Non puoi trovare il tuo ikigai sulla carta
Il punto è che per capire cosa fare nella vita non basta un test di personalità o un disegno su un pezzo di carta.
Non si può scegliere guardando le brochures dell’università, né tantomeno seguendo i consigli dei genitori, di qualche influencer o dei nostri amici.
Specialmente in un mondo come quello in cui viviamo oggi, in cui la maggior parte dei lavori NON ESISTE NEMMENO su carta: credi che per la mia professione, “content writer”, ci fosse un’università? Una brochure? Uno stage in azienda?
Quando ho iniziato a farlo nemmeno sapevo cosa fosse, è stato un caso che rientrasse tra le mansioni del mio lavoro come digital marketing specialist. E mi sono inventata io come farlo evolvere, nessuno mi ha dato un libretto di istruzioni.
È per questo che è così difficile rispondere alla domanda “che lavoro si può fare per essere nomadi digitali?“. Perché non esiste una risposta, se non qualche vago elenco di professioni con cui è più facile.
La devi trovare tu, costruirla come un sarto sulle tue misure uniche e inimitabili!
L’unico modo di capire cosa fare nella vita è…provare!
Nella vita, io ho capito molto di più su ciò che desideravo fare da ciò che non mi piaceva, piuttosto che da ciò che mi piaceva.
È andando per esclusione, sentendo quella sensazione di ribrezzo svegliandomi la mattina all’idea di fare il lavoro che avevo scelto, che ho capito cosa NON volevo fare.
E, allo stesso modo, è provando, entrando in contatto con realtà che non conoscevo, vedendo quali cose straordinarie erano possibili al di fuori dai limiti delle scelte universitarie e lavorative classiche, che ho piano piano messo insieme i pezzi del puzzle della mia vita, e della mia professione.
Provare prima di scegliere: la parabola del ristorante
Sarebbe bello se la scelta della propria strada nella vita avvenisse come per la cena ad un buffet, no?
Ci si avvicina con il proprio piatto in mano, e si osserva ciò che offre la tavolata.
Ecco, assaggiamo questo.
Bleah, che schifo!
E quello lì? Ci sono le melanzane, che io adoro, ma anche qualcos’altro che non avrei mai pensato ci stesse bene insieme, interessante!
Ehi, aspetta. Cos’è quella cosa strana laggiù in fondo? Proviamone una cucchiaiata.
Mmmm, buona! Aspetta che ne prendo ancora….
E invece no, la scelta del proprio destino è più simile alla decisione di cosa mangiare guardando un menù dalle portate piuttosto standard, sapendo che c’è una lista di piatti del giorno piena di prelibatezze…ma che tu non lo puoi vedere!
Be’…e se ti dicessi che c’è un modo, non per dico servirti al buffet sopra, ma quantomeno andare in cucina e sbirciare quali sono i piatti fuori menù?
Quello che ho trovato io, e che reputo il più interessante…è sfruttare i portali di work-exchange.
Crea il tuo buffet personale con Workaway & co.
La prima volta che sono venuta a conoscenza dei work-exchange avevo 20 anni. Avevo finito la laurea triennale e scelto il Master.
Iniziavo a costruire la mia strada mattone dopo mattone, nella direzione semi-casuale suggeritami un po’ dalle mie ben poco chiare idee, un po’ dai miei genitori, un po’ da quello che era socialmente accettato fare.
Come ho scritto, cercavo un modo per andare a fare un breve periodo di volontariato senza pagare cifre esorbitanti, durante un periodo di vacanze più lungo del solito e…ho trovato Workaway.
Un sito che permette di scegliere ospiti locali in tutto il mondo, che abbiano bisogno di aiuto nei più disparati compiti e mansioni.
Aspetta, te lo riscrivo alla luce della metafora del buffet utilizzata precedentemente:
Un sito che ti permette, utilizzando certe parole chiave o scorrendo le liste in base ai lavori possibili, di avere un’idea dei lavori più strani e assurdi in circolazione, e delle cose di cui il mondo ha bisogno. Poi ti permette di entrarci in contatto, passare un periodo a provarlo senza impegno, e infine tornare alla tua vita come se niente fosse, per trarre le tue conclusioni……
Esatto: un buffet di piatti lavorativi perfetto, che include anche quelli più strani e i fuori-menù!
Con il sito WorldPackers è ancora più facile, come spiegato in questo articolo, perché il sistema di filtri è fatto molto bene e permette proprio di scegliere in base a categorie specifiche: marketing e comunicazione, etc, e all’interno di ciascuna di esse ci sono categorie come il social media marketing, la SEO, fotografia e videomaking…
(su Worldpackers con il nostro codice VIAGGIOSOLOANDATA hai anche lo scontodi 10$ per il primo anno di iscrizione,
mentre con Workaway hai 3 mesi gratis iscrivendoti da questo link!)
Lo vedi? È lui, è il buffet! O quantomeno, la sbirciatina in cucina che cercavi 🙂
Come utilizzare Workaway e simili per capire cosa fare nella vita
Devo ammettere che l’idea di utilizzare i work-exchange come “bussola” per capire cosa fare nella vita non è totalmente mia. Me l’ha data una ragazza australiana che ho conosciuto, appunto, durante il mio secondo work-exchange.
Aveva appena compiuto 18 anni, finito il liceo e preda dell’indecisione su cosa scegliere di fare all’università.
Era indecisa sul suo futuro, non riusciva a scegliere tra le sue grandi passioni, lavorare con i bambini e con gli animali…voleva diventare veterinaria o educatrice? Istruttrice di equitazione o psicologa infantile? La lista di alternative è potenzialmente infinita.
E cosa ha fatto?
Ha sospeso la scelta ed è partita per un anno sabbatico.
Durante questo periodo ha scelto di fare una serie di attività di work-exchange legate agli ambiti che voleva approfondire: insegnare l’inglese ai bambini, fare la baby-sitter, ma anche lavorare come volontaria in un centro di recupero per cani randagi o in un maneggio dove si praticava l’ippoterapia per disabili (è proprio facendo questo, in Austria, che ci siamo conosciute).
L’ho trovata un’idea GENIALE!
Io le mie scelte le avevo già fatte, e d’altronde quasi nessun sito di work-exchange permette ai minorenni di utilizzare la piattaforma (qui comunque abbiamo raccolto una serie di alternative, se vuoi dare un’occhiata), quindi non avrei potuto fare diversamente…
Ma da allora ho iniziato a utilizzare questi siti per provare i lavori che più mi appassionavano, ovvero: lavorare con i cavalli, in tutte le salse.
Ma non solo: lo abbiamo utilizzato per realizzare i nostri primi reportage, come quello sui nomadi mongoli.
E Marco lo ha sfruttato per farsi un portfolio come fotografo quando stava iniziando la sua carriera in quel campo.
Abbiamo imbandito il nostro buffet e abbiamo iniziato a servirci, facendo ciò che ci piaceva, viaggiare, provando esperienze nuove e arricchendo i nostri CV di esperienze e competenze utili.
Come trovare l’ikigai in pratica? Provando!
Tante volte i lettori ci scrivono le chiederci, in relazione al viaggio solo andata e al nomadismo digitale:
“come si comincia? Come si fa il primo passo?“.
Be’, la risposta è tutta qui.
Facendo.
Si impara molto di più così.
Accetta la prima cosa che trovi che vada nella direzione che desideri, o createla tu: sei sempre in tempo per cambiare e tornare sui tuoi passi, ma avrai comunque imparato qualcosa.
E al tempo stesso, iscriviti a Workaway, Worldpackers o il sito di work-exchange che ti ispira di più e inizia a servirti al buffet: pilucca qua e là, finché piano piano non ti accorgerai di star creando qualcosa di magnifico…la TUA strada.
Cosa pensi di questo articolo? Se ti è piaciuto e lo trovi utile, per favore condividilo sui tuoi canali. Aiuterai tante persone (anche chi non conosci) a trovare risposta alle proprie domande su cosa fare nella vita, e ci renderai molto felici!
Un abbraccio,
Ilaria
Aspetta un attimo, ti piacerebbe leggere l’anteprima del libro Destinazione Viaggio? Abbiamo qualcosa per te…

Ti interessa davvero capire come utilizzare il viaggio come strumento per cambiare vita, costruendone una basata sui tuoi bisogni reali?
Allora forse può interessarti leggere una guida a come iniziare a muovere quei primi passi verso la libertà!
Un libro in cui abbiamo raccolto tutto ciò che abbiamo imparato nel nostro viaggio solo andata, le risposte a tutti i dubbi che avevamo prima di partire e a quelli dei nostri lettori.
In questa guida non troverai solo i temi legati al viaggio a tempo indeterminato, come l’organizzazione, la burocrazia, i costi e i consigli per affrontarlo, ma anche la storia di come siamo riusciti a realizzare il sogno di diventare nomadi digitali e di rendere sostenibile questo stile di vita, e di come puoi farlo anche tu.
Insomma, non una guida qualsiasi, ma LA GUIDA DEFINITIVA AL VIAGGIO A LUNGO TERMINE 🙂
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Last Updated on Maggio 3, 2025 by Ilaria Cazziol
