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Non ne puoi più dell’inverno che non finisce mai, del freddo e delle giornate corte? Vorresti andare a vivere all’estero e ti stai chiedendo dove, come, quando e perché? Non sai quanto ti capisco. Ci sono passata anch’io, prima di decidere di trasferirmi alle Canarie, a Tenerife, e immagino quali siano le domande e i dubbi che affollano la tua mente.
In questo articolo, quindi, voglio provare a darti qualche spunto di riflessione per aiutarti nella tua scelta e cercherò di farlo tenendo in considerazione tutte le possibili tipologie di lettore che potrei avere davanti.
Che tu sia in pensione e desideri andare a goderti la pensione al sole, che tu sia un giovane con la voglia di viaggiare, un genitore che vuole trasferirsi con la famiglia o un single che ha deciso di chiudere con il passato, affrontiamo insieme questi dubbi e vediamo di capire come scioglierli.
Andare a vivere all’estero è un cambiamento radicale che potrebbe rappresentare la svolta della tua vita, ma anche una gran bella delusione. Sarà utile, quindi, valutare bene tutti gli aspetti prima di fare qualsiasi scelta.
Ma è per questo che siamo qui: io per dirti la mia😄 e tu per ascoltare e poi prendere la tua decisione.
Vivere all’estero, dove?
So che la prima domanda che ti stai ponendo è questa, ma io ti suggerisco innanzitutto di chiederti perché vuoi vivere all’estero. Probabilmente ti sembrerà strano ma spesso capita che non ci soffermiamo a riflettere su cosa desideriamo veramente.
Quindi come prima cosa cerca di capire quali sono le tue esigenze, le cose imprescindibili, i desideri e i progetti. Solo così potrai fare una prima selezione di destinazioni papabili, e poi idealmente andare a fare un sopralluogo nella località che hai scelto.
Semplice no? Devi quindi fare 3 cose, ricapitolando:
- trovare la tua motivazione;
- stilare una lista di desideri, esigenze e progetti selezionando una rosa di possibili località;
- prendere informazioni sul luogo prescelto e andare a vedere se è all’altezza delle tue aspettative.
Tutto qui. Una volta fatto questo non ti resta che trasferirti. Ok, ciao, fine dell’articolo, buona fortuna!
😂 Scherzavo! Andiamo ora ad esplodere ognuno di questi 3 punti, niente paura. 😉
Perché vuoi vivere all’estero? Trova la tua motivazione
Lo stress, il traffico, un lavoro che non ti soddisfa, il freddo, le giornate uggiose, il desiderio di evadere e di conoscere nuovi posti e nuove culture. Un senso di insoddisfazione continuo, come se mancasse qualcosa. Le tasse, le spese per mantenere la casa, la macchina, il tenore di vita. Sono certa che in questo momento ti riconosci in una o più di queste situazioni. Forse tutte contemporaneamente.
No, non sono un’indovina, semplicemente se sei qui è perché stai provando un senso di disagio e un desiderio di cambiamento e siccome ci sono passata anch’io posso indovinare cos’è che ti ha spinto a dire “voglio vivere all’estero”.
Anche io ho avuto la mia buona dose di motivi che mi hanno spinta a partire e alcuni sono proprio in questo elenco, ma ognuno ha i suoi e, a mio avviso, per effettuare una scelta ponderata, il tuo primissimo passo è quello di chiederti “perché?”. Perché stai pensando di andare a vivere all’estero? Perché fare questo passo così importante?
Vuoi un esempio concreto?
Se hai deciso di vivere per sei mesi all’anno in un posto più caldo dove svernare, allora è il caso che tu faccia una scelta coerente con questa tua esigenza, optando, ad esempio, per il sud dell’Europa, come la Spagna o una delle sue isole.
Se invece stai cercando un luogo dove far decollare la tua carriera, dove credi che le tue potenzialità vengano davvero messe a frutto, insomma se sei un cervello in fuga, allora ti conviene optare per Paesi come la Svizzera, l’Inghilterra, la Germania.
Un pensionato che desidera semplicemente godersi la propria pensione in riva al mare non avrà le stesse esigenze di chi invece vuole realizzare un progetto o un investimento, oppure desidera diventare un nomade digitale.
Stabilire il motivo principe che ti spinge a questa scelta è fondamentale, perché è sulla base della tua vera motivazione che dovrai costruire il tuo viaggio a lungo termine.
È un aspetto essenziale di cui Marco e Ilaria parlano molto nella loro guida al viaggio a lungo termine.
Ora che abbiamo stabilito questo, passiamo al secondo punto: stilare una lista di desideri, esigenze e progetti.
Andare a vivere all’estero: desideri, esigenze e progetti
Terminata la fase del “guardarsi dentro” vediamo ora di fare qualcosa di più concreto e, quindi, carta e penna (o un foglio elettronico se preferisci) e mappa geografica alla mano.
Crederai che questa dei desideri sia la parte più semplice…😏
Disegna delle colonne, ciascuna con un’intestazione, ad esempio: “desideri”, “esigenze” e “progetti”. Compila ogni colonna con sincerità, di getto, senza porti troppe domande o fare troppi ragionamenti, quelli verranno dopo.
Ipotizziamo che tu abbia come desiderio di vivere in un luogo:
- caldo, vicino al mare e con belle spiagge;
- interessante dal punto di vista storico;
- con uno stile di vita più lento e tranquillo.
Che tra le tue esigenze ci sia:
- ben collegato all’Italia;
- con una buona qualità della vita;
- non troppo caro.
E che tra tuoi progetti ci sia di iniziare a lavorare in qualche attività commerciale locale e farti un po’ le ossa, per poi metterti in proprio successivamente.
A questo punto lascia il tuo foglio elettronico e inizia a fare ricerche su internet e su Google Maps per trovare una località che geograficamente possa rispondere a tutte le tue esigenze e ai tuoi desideri.
Ti risparmio un po’ di lavoro: non esiste. 😆
Presto noterai che il posto che possiede tutte le caratteristiche da te elencate, in realtà non esiste e dovrai scendere a compromessi. È quello che ho fatto anch’io.
Nella mia lista dei desideri c’erano un’infinità di cose, tra cui un luogo che fosse interessante dal punto di vista storico culturale.
La mia scelta è ricaduta sulle Canarie, ormai sogno di moltissimi italiani, ma oggettivamente sono delle isole molto giovani, per cui ho dovuto rinunciare all’aspetto storico.
In compenso però vivo molto vicino al mare e ogni volta che posso, anche a dicembre, sono in spiaggia a godermi il sole.
Questa era proprio una delle mie priorità: l’estate tutto l’anno (o quasi) e, se ho voglia di un po’ di storia, sono consapevole che devo spostarmi o tornare in Italia.
L’ultima colonna, quella relativa ai progetti, ha un’importanza fondamentale soprattutto se rappresenta la tua fonte di guadagno.
Discorso diverso se sei un pensionato o se hai già una fonte di reddito.
Il luogo perfetto quindi non esiste e ciò che dovrai fare prima di partire è armarti di tanta pazienza ma anche di tanta adattabilità.
Prima di trasferirsi all’estero: il “viaggio studio” o sopralluogo
Quindi, ricapitolando:
- trova la tua motivazione. Fatto.
- stila una lista di desideri e di esigenze e inizia a pensare al tuo progetto. Fatto.
- Studia. Prendi informazioni sulla località che più risponde a ciò che cerchi. Chiedi a chi c’è stato, fai ricerche sulla storia del luogo, cerca esperienze di chi ha vissuto lì, studia, studia, studia e soprattutto fai un sopralluogo.
Nessuno al mondo potrà dirti se un luogo è giusto per te se non lo vedi con i tuoi occhi. Il mio consiglio, se stai pensando di andare a vivere all’estero definitivamente, è quello di fare un tentativo per alcuni mesi nella località che hai scelto.
Solo in questo modo potrai constatare i lati positivi e i lati negativi di un posto, non solo perché ognuno ha i suoi gusti, ma perché da lontano ci sembra sempre tutto più bello. Per decidere che quello è il posto dove vuoi stare, devi viverlo per un po’, non c’è altro modo.
L’alternativa è affidarsi a terze persone che però non avranno il tuo stesso sguardo critico e ciò che per loro può rappresentare una banalità, per te potrebbe essere uno scoglio insormontabile. Vuoi un esempio?
Se prima di trasferirmi in una delle isole Canarie non avessi fatto precedentemente delle “vacanze studio” non avrei mai scoperto che Fuerteventura, per quanto resti la mia isola preferita per le sue spiagge chilometriche, non si addice affatto a me, per via del suo clima così ventoso. Ho scoperto che non è pensabile per me vivere in un luogo dove il vento è, bene o male, una costante.
Pertanto, anche se questo dovrà significare rimandare la partenza o affrontare più spese di viaggio, non saltare questo passaggio. Cerca di organizzarti con il lavoro, le ferie, risparmia, metti da parte, fai anche i salti mortali, ma ogni volta che ti è possibile parti per fare un sopralluogo e vai a fare le tue valutazioni.
Aspetti da considerare per decidere dove vivere all’estero
Bene, ora che abbiamo visto i passi che puoi fare, andiamo ad esaminare da vicino quali sono gli aspetti che influenzeranno di più la tua scelta. In particolare:
- che tipo di trasferimento vuoi realizzare? Vuoi soltanto scappare dall’inverno, a svernare come si suol dire, o desideri cambiare vita?
- Aspetti economici. Cerchi un posto più economico dell’Italia o puoi permetterti un luogo più costoso? Sei in cerca dei famosi “paradisi fiscali”?
- Aspetti burocratici. Quali sono i documenti necessari? È difficile averli?
- Aspetti logistici. Cerchi un luogo vicino all’Italia e ben collegato?
- Aspetti personali e professionali. Hai necessità, per motivi personali o professionali di tornare spesso?
- Aspetti pratici. Hai difficoltà ad imparare altre lingue o ad utilizzare monete diverse?
1. Vivere all’estero: andare a svernare o cambiare vita?
Definire che tipo di trasferimento vuoi realizzare è indispensabile per effettuare una prima grande distinzione.
Se la tua permanenza è di solo pochi mesi, ti basterà un alloggio più economico, ad esempio. Se invece sai che quella dovrà essere la tua casa per un periodo di tempo più lungo, potresti voler scegliere qualche soluzione più confortevole.
Inoltre, un trasferimento di pochi mesi potrebbe essere un periodo di pausa in cui non sei alla ricerca di un lavoro ma semplicemente in una fase riflessiva. Se invece il trasferimento vuole essere più lungo o definitivo, dovrai rimboccarti le maniche già da subito.
Stesso discorso per i trasporti. Se pensi di soggiornare per 5-6 mesi puoi valutare l’ipotesi di utilizzare mezzi pubblici per spostarti o al limite noleggiare un’auto. Se invece ti stai trasferendo definitivamente, allora sarà il caso di comprarne una.
E così via. Come vedi ci sono vari aspetti da considerare in base al tipo di trasferimento (a breve o a lungo termine) che vuoi realizzare.
Se questa cosa ti sta provocando un po’ di stress, niente paura. Qui non esistono regole e ognuno ha i suoi tempi. C’è chi è in grado di partire in dieci giorni, con 1000 € in tasca e magari cavarsela egregiamente, ma non siamo tutti uguali.
Se come genitore hai dubbi, se hai dei timori perché hai solo 20 anni o se ti spaventa stravolgere la tua vita tranquilla da pensionato, ti dico una cosa: è normale.
Quindi calma e cerca di affrontare un problema alla volta. La scelta che stai pensando di fare (che sia di breve o lunga durata) non è come comprare caramelle, è un passo importante.
Quindi non avvilirti se non ti senti ancora in grado di scegliere il tipo di trasferimento che vuoi fare e ti sembra di andare a caso. Le decisioni importanti non si possono prendere dall’oggi al domani ed è del tutto normale che tu spenda tempo e soldi per fare un passo alla volta.
Il consiglio. Personalmente, se ti trovi in una fase iniziale di valutazione, trovo molto più prudente optare per un trasferimento breve invece che un trasferimento definitivo diretto. Anche se questo significa un maggiore dispendio di tempo, soldi ed energie.
Un trasferimento breve di dà il tempo di valutare innumerevoli aspetti, cosa che, con un trasferimento definitivo diretto, non puoi fare. Questo comporterà sicuramente più stress e più viaggi ma ti darà la possibilità di scegliere il luogo giusto per te con maggiore tranquillità.
Se invece hai già scelto di vivere all’estero per pochi mesi all’anno, allora potresti ridurre le opzioni a quelle località più vicine all’Italia. In questo modo dovendoti spostare più volte all’anno non dovrai affrontare viaggi troppo lunghi.
2. Aspetti economici. Vivere all’estero con pochi soldi
Chi non vuole vivere all’estero con pochi soldi? Ma lascia che ti dica una cosa, se sei un cervello in fuga dimentica il caldo e le località economiche. Purtroppo i Paesi dove generalmente fuggono i cervelli italiani sono tra i più cari al mondo (e anche i più freddi!)
Qualche esempio? Ce lo fornisce Numbeo, un sito di informazioni, aggiornate direttamente dagli utenti, sul costo della vita di città e nazioni, sul tasso di criminalità, la situazione sanitaria, l’andamento del mercato immobiliare e quant’altro possa interessare a chi sta pensando di trasferirsi e vuole sapere quanto costa vivere all’estero.
Ecco quali sono gli indici del costo della vita per i Paesi più sviluppati del nord Europa:
- Svizzera 121;
- Germania 64;
- Francia 73;
- Inghilterra 84;
- Danimarca 82;
- Norvegia 98.
Cosa sono questi numeri? Sono indici che hanno come termine di paragone la città di New York: se per la città di New York ogni indice assume un valore del 100%, un Paese che ha un indice del 120, ha un costo della vita del 20% in più rispetto a New York.
Secondo questo sito, l’indice del costo della vita in Italia è mediamente 66.
Escludendo quindi i Paesi del nord Europa, vediamo qualche esempio di località con condizioni economiche e climatiche più favorevoli.
Paesi con indici molto più bassi dell’Italia, non europei ma più vicini a noi, sono il Marocco (32) e la Tunisia (27).
Poi ci sono i cosiddetti paradisi fiscali. Sono quei Paesi dove la tassazione sui redditi è molto bassa o addirittura nulla, in Europa sono Svizzera, Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Belgio, Malta e Cipro.
Infine, se non hai una grande disponibilità economica oppure non sei alla ricerca di un Paese dove fare una sfolgorante carriera, allora puoi optare per luoghi più economici come le Canarie dove l’indice del costo della vita è 50, oppure il Portogallo, dove è 47.
In conclusione non è facile stabilire quanto costa vivere all’estero, tutto dipende dal Paese di destinazione e dalla tua situazione personale. In ogni caso, a meno che tu non abbia già trovato lavoro prima ancora di andare a vivere all’estero, è bene che tu parta con una buona base di risparmi che ti serviranno per i primi tempi, durante la tua fase di studio.
Ma quanto costa trasferirsi all’estero?
Non è facile decidere quale può essere l’importo necessario per iniziare. Le variabili sono moltissime. Ti consiglio di valutare il costo degli affitti della città dove hai deciso di andare. Calcola quanti mesi hai deciso di restare e preventiva una cifra che servirà a garantirti, per quella durata, un tetto sulla testa.
Dopodiché, in base al tuo stile di vita e all’economia locale, calcola quanto può servirti mensilmente per le necessità quotidiane.
In linea generale, se sei una persona che si adatta e che può rinunciare ai prodotti made in Italy di importazione, il costo della vita dei luoghi di cui abbiamo parlato è leggermente più basso di quello italiano.
Tieni conto che in alcune località non sono ben visti gli stranieri che vogliono affittare una casa solo per alcuni mesi. Qui alle Canarie ad esempio alcuni italiani hanno avuto qualche difficoltà nel trovare una casa in affitto. Avere a portata di mano una buona base di contanti, quindi, non guasta.
3. Aspetti burocratici. Quali documenti servono per vivere all’estero?
La risposta è: dipende. Siccome stiamo concentrando la nostra ricerca maggiormente sui Paesi europei non dovresti avere molte difficoltà a fare la documentazione giusta. A meno che tu non decida di andare a vivere in Inghilterra. Lì le cose sono un po’ cambiate ultimamente 😉.
Uno dei motivi che mi ha spinto a scegliere le Canarie come destinazione è stata la libertà di poter fare rapidamente tutti i documenti e di non dover ogni volta rinnovare visti e permessi. Le Canarie rappresentavano per me il mix perfetto: clima caldo tutto l’anno pur restando in Europa.
Non sono una che ama la burocrazia e appena arrivata mi sono detta “via il dente, via il dolore” e in due giorni ho ottenuto il famoso NIE bianco, il Número de Identidad de Extranjero. Questo codice, che identifica lo straniero, può essere provvisorio (NIE bianco) o definitivo (NIE verde che certifica che siamo fiscalmente residenti in Spagna).
Per farlo è stato sufficiente avere la carta d’identità italiana, compilare un paio di moduli e pagare una piccola tassa.
Il mio è soltanto un esempio, probabilmente nel Paese che hai scelto la procedura per ottenere i documenti sarà diversa.
Se decidi di restare in Europa, non avrai bisogno di visti o passaporto, sarà sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio, ma dovrai informarti sulle leggi e i regolamenti locali del Paese dove hai scelto di trasferirti. Solitamente per i soggiorni che vanno oltre i 3 mesi è richiesto un ulteriore documento che permette al governo locale di registrarti.
Assicurazione sanitaria per vivere all’estero
Secondo le norme europee la copertura sanitaria è garantita dal luogo di residenza e non dalla nazionalità. Se ad esempio sei ancora nella tua fase di studio o sei in territorio straniero ma europeo per motivi turistici, nel caso in cui dovessi aver bisogno di assistenza sanitaria, puoi rivolgerti a strutture pubbliche e ti sarà garantita.
Diverso il caso se decidi di trasferirti definitivamente. A questo punto, infatti, magari rivolgendoti ad un commercialista, puoi richiedere l’iscrizione all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), e una nuova tessera sanitaria per avere diritto alla sanità pubblica locale.
Quanto conviene questo in termini di tempi e qualità del servizio? Dipende dal Paese che hai scelto. Nel mio caso né più né meno dell’Italia, (dove spesso bisogna aspettare mesi per prenotare una visita). Se hai un controllo urgente da fare potresti aver bisogno di rivolgersi privatamente ad un professionista per accorciare i tempi.
L’alternativa è stipulare l’assicurazione sanitaria per vivere all’estero con una compagnia assicurativa, che non va confusa con l’assicurazione per viaggiare che è limitata nel tempo.
L’assicurazione sanitaria internazionale è prevista proprio per chi ha deciso di trasferirsi definitivamente in un altro Paese e chiaramente i termini e le condizioni variano a seconda del tipo di contratto che viene stipulato.
Infine, quando sarai definitivamente residente all’estero, puoi pensare di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria privata locale.
Vivere all’estero con sim italiana
Altro aspetto burocratico. Se ti stai chiedendo se puoi vivere all’estero con sim italiana la risposta è sì, ma non per sempre.
Se resti a lungo in un Paese estero, presto il tuo gestore rileverà che non rientri in Italia da troppo tempo per considerare il tuo un viaggio di piacere o di lavoro e probabilmente ti invierà una comunicazione per avvisarti che aumenterà le tue tariffe. In questo caso, se non vuoi pagare di più, non ti resta che fare un nuovo contratto con un gestore telefonico locale, cambiando numero.
Del resto, se hai deciso di restare in questo nuovo Paese, un numero di cellulare con il gestore locale sarà indispensabile. Vuoi che ti faccia qualche esempio?
La nuova scheda SIM locale ti servirà:
- per fare i documenti;
- se vuoi noleggiare una macchina;
- per firmare un contratto d’affitto;
- per cercare un lavoro;
- per aprire un conto corrente;
- se vuoi acquistare una casa.
Insomma, per qualunque cosa! Questo non significa che dovrai per forza eliminare il numero italiano ma vedrai che ti sarà utile avere anche un numero straniero.
Il consiglio. Ogni Paese ha le sue leggi, quindi la prima cosa da fare, prima ancora di partire, è informarsi su questo aspetto. Chiediti quali norme e procedure dovrai rispettare e adottare quando sarai lì, e parti già informato.
Spesso quando si arriva disinformati, si viene snobbati e poi ci si ritrova a correre da un ufficio all’altro per avere i documenti. Se invece parti già preparato, con un minimo di conoscenza di base della lingua e soprattutto con un gran bel sorriso, vedrai che non ci metterai molto.
Non dimentichiamoci che siamo ospiti in casa d’altri e che nulla ci è dovuto, anzi, siamo noi che dobbiamo sforzarci di adattarci al nuovo ambiente ad iniziare dalla lingua e dalle leggi.
4. Vivere all’estero, aspetti logistici
Sarò ripetitiva ma accennarti qualcosa della mia esperienza personale è il modo più sicuro che ho per raccontarti veramente come funziona.
Ricordi la lista dei desideri e delle necessità che abbiamo stilato all’inizio? Be’ nella mia c’era, imprescindibile: “Paese vicino casa”.
Tra le mie priorità, infatti, c’era la necessità di restare il più possibile vicino casa in modo da poter tornare spesso e impiegando poche ore.
Non conosco la tua situazione personale o lavorativa ma il mio consiglio è quello di valutare bene questo aspetto.
Se hai bisogno di tornare spesso, considera la possibilità di selezionare Paesi ben collegati con l’Italia e non solo, se il Paese dove hai deciso di restare è molto grande, tieni conto anche delle distanze che dovrai percorrere per raggiungere l’aeroporto.
Se decidi di vivere in un arcipelago, ad esempio, considera che non tutte le isole potrebbero avere collegamenti diretti con l’Italia e in questo caso dovrai prima fare un volo interno tra un’isola e l’altra e poi partire per il tuo Paese. Questo comporterà una spesa maggiore in termini economici e di tempo.
5. Aspetti personali del vivere all’estero: nostalgia di casa
Questo forse è uno degli aspetti più difficili del vivere all’estero: la nostalgia di casa. Quando decidi che è il momento di partire per andare a vivere all’estero, questo è un aspetto non da sottovalutare.
Anche per questo motivo il mio consiglio è iniziare con un trasferimento temporaneo, in questo modo avrai una sorta di periodo di prova dove potrai capire se sei in grado di allontanarti dalla tua famiglia, dagli amici e dai luoghi dove sei cresciuto.
Ogni caso è diverso, potresti essere una di quelle persone (e ne ho conosciute tante) che non vedono l’ora di chiudere con il passato. Per te quindi allontanarsi non sarà un problema, piuttosto una liberazione. Ma se sei come me, preparati a momenti difficili, a ritorni gioiosi e a ripartenze dolorose.
A volte il desiderio di vivere all’estero e cambiare vita si scontra incredibilmente con i nostri affetti e legami, e questo forse è lo scoglio più grande da superare, tutto il resto ti sembrerà una passeggiata.
La nostalgia (eventuale) di casa o anche altri motivi personali o professionali si ricollegano al punto precedente, dove abbiamo parlato di selezionare Paesi ben collegati con l’Italia.
Se hai questa necessità, quindi, allora considera l’ipotesi di inserire nella tua lista l’elemento “collegamenti rapidi con l’Italia”.
Ciò detto, dopo questo momento di “allegria” vediamo come andrà a finire😊.
6. Aspetti pratici: vivere all’estero, te caverai?
La risposta è semplicissima: sì!
Metti da parte tutti i tuoi timori sulla lingua, la burocrazia, la gestione della valuta, le nuove amicizie e tutto quanto ti sta preoccupando o spaventando in questo momento.
Se pensi di non essere in grado di fare qualcosa ti sbagli di grosso, qualsiasi cosa sia. Pensi di non sapere come fare per noleggiare un’auto o acquistarla? Sono certa che ti sbagli. Non sai da dove iniziare con la lingua? Non sai come farai senza conoscere nessuno? Hai paura di non trovare lavoro? Tutti timori infondati.
Se queste cose affollano la tua mente, ti dico subito che sono tutti limiti che ti stai ponendo inconsciamente. La paura di viaggiare è normale e si può superare!
È un po’ come se l’istinto di sopravvivenza ci impedisse di fare qualcosa che ritiene pericolosa. Ma se non fai altro che ascoltare il tuo istinto di sopravvivenza che cerca di proteggerti, non farai mai niente e ti perderai le cose più belle. Ne ha parlato Ilaria in questo articolo sulla felicità e sul suo “segreto”.
Uscire un po’ alla volta dalla zona di comfort è l’unico modo che hai per affrontare le tue paure, per superare quei paletti che hai posto davanti a te.
Ovviamente non ti sto dicendo che dovrai diventare una persona distratta o spericolata. Il mondo è sempre un luogo pericoloso ma questo non deve diventare un ostacolo per la realizzazione dei tuoi sogni.
Io sognavo un’isola tropicale e questo mi ha costretto (e mi costringe ancora) a superare le mie paure, e l’unico modo che ho per farlo è affidarmi a me stessa, al mio buon senso e alle capacità che tutti abbiamo di cavarcela in ogni situazione, e che invece crediamo di non avere.
Certo, non sono ancora arrivata ai livelli di Ilaria e Marco che trasformano l’auto in camper e girano per settimane l’Andalusia, o che organizzano il viaggio attraverso la Mongolia per il festival delle aquile, ma nel mio piccolo sto cercando di superare le mie paure e ho iniziato viaggiando da sola di tanto in tanto e cercando in tutti i modi di lavorare viaggiando.
Dove andare a vivere all’estero seguendo i 3 desideri: convenienza, caldo tutto l’anno e vicino all’Italia?
Le Canarie – le isole dell’eterna primavera
Le Isole Canarie non sono un paradiso fiscale ma la loro condizione geografica e politica le rende una delle destinazioni più ambite dagli italiani che vogliono cambiare vita.
Situate geograficamente a pochi chilometri dalla costa africana, le Canarie sono però di pertinenza della Spagna, facendo parte, quindi, della comunità europea.
Non sono un paradiso fiscale ma a livello economico presentano alcuni vantaggi rispetto all’Italia. Il REF, infatti, il Regime Economico e Fiscale delle Canarie è tra i più vantaggiosi d’Europa. Questo perché sono considerate Regione Ultraperifierica (RUP), e beneficiano di un regime fiscale ridotto rispetto a quello della Spagna continentale.
Le regioni ultraperiferiche rispetto a quelle continentali, affrontano difficoltà maggiori per il loro sviluppo. Pertanto, con il trattato di Amsterdam del 1999, si gettarono le basi per stabilire un trattamento economico differente per agevolare lo sviluppo queste isole.
Se non sai quale scegliere tra le isole Canarie come destinazione, ti consiglio la lettura di questo articolo.
Dove vivere bene all’estero? Il Portogallo
Anche il Portogallo negli anni è diventato sempre più ambito, soprattutto tra i pensionati italiani.
(Ecco, diciamo che, da quanto ho potuto vedere, vivere all’estero da pensionati è più conveniente economicamente rispetto a vivere all’estero da lavoratore dipendente.)
Il Portogallo offre delle agevolazioni fiscali molto vantaggiose sulle pensioni: ai residenti con oltre 183 giorni trascorsi sul territorio portoghese, il governo non tassa la pensione per 10 anni.
Tutto questo, più il clima mite soprattutto a sud, in Algarve, le similitudini con l’Italia, la qualità e il costo della vita, rendono il Portogallo una delle mete europee più selezionate per andare a vivere all’estero.
Vivere felici all’estero. La Repubblica di Cipro
Altra meta ambita per il suo clima con estati calde e inverni miti è l’isola di Cipro, Stato membro dell’Unione Europea dal 2004.
L’isola, con un buon livello della sanità, costo della vita più basso rispetto all’Italia e un tasso di criminalità molto ridotto, potrebbe proprio essere uno dei luoghi più felici dove vivere.
Come abbiamo già visto vivere all’estero in pensione può essere molto vantaggioso, se si sceglie il Paese giusto.
Anche Cipro, come le Canarie, pur non essendo un paradiso fiscale, presenta notevoli agevolazioni soprattutto per i pensionati, che possono ottenere la defiscalizzazione della pensione.
Vivere all’estero per cambiare vita, ma è proprio vero?
Ho iniziato questo articolo dicendoti che devi guardati dentro, e lo concludo allo stesso modo. Prima di prendere qualsiasi decisione devi considerare che, se stai cercando di cambiare vita, il primo a cambiare devi essere tu.
Cambiare il cielo sotto il quale vivi ma restando sempre la stessa persona non ti aiuterà a vivere meglio.
Se desideri davvero cambiare vita allora lasciati andare, apriti a nuove opportunità, affronta le tue paure, liberati dalla paura di fallire e vivi i momenti. Questo ti aiuterà a cambiare te stesso e di riflesso la tua vita.
Spero che questo mio articolo ti sia stato d’aiuto in qualche modo e se hai qualcosa da chiedere o vuoi raccontarci la tua esperienza, lascia un commento qui sotto, siamo tutt’orecchi!
Un abbraccio,
Adriana
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Last Updated on Marzo 1, 2022 by Ilaria Cazziol